La Galleria Ponti compra opere e sculture dello scultore Alfredo Biagini ( Roma 1886 - 1952 ). Forniamo informazioni su prezzi, valore attuale di mercato, quotazioni, valutazioni e stime delle sue sculture.
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Alfredo Biagini nacque a Roma il 20 febbraio 1886, in una famiglia di orafi, il che probabilmente influenzò fin da giovane il suo interesse per le arti. La sua formazione artistica iniziò nel 1905 quando si iscrisse all'Accademia di Belle Arti di Roma, frequentando i corsi di architettura e scultura. Tuttavia, la sua sete di conoscenza e la ricerca di nuove ispirazioni lo portarono a lasciare l'Accademia nel 1909 per trasferirsi a Parigi, dove approfondì gli studi di anatomia. Questo periodo parigino fu fondamentale per la sua formazione artistica, permettendogli di entrare in contatto con le avanguardie e di conoscere da vicino l'opera di scultori come Maillol e Despiau, che influenzarono notevolmente il suo stile. Durante gli anni della guerra, Biagini stabilì il suo studio a Villa Strohl-Fern, un luogo di incontro per artisti e intellettuali dell'epoca, dove ebbe modo di interagire con figure come Drei e Selva. La sua carriera artistica prese il via nell'ambito delle Secessioni e nel 1918 partecipò, come unico scultore insieme ad Attilio Selva, all'importante rassegna della Casina del Pincio a Roma. Questo evento segnò l'inizio del suo successo nel campo della scultura. Biagini si specializzò inizialmente nella produzione animalista, un genere che lo vide attivo fin dagli esordi e che caratterizzò la sua opera fino alla fine degli anni Venti. La sua produzione in questo ambito fu vasta e apprezzata, tanto da ottenere un permesso nel 1909 dal Musée National D’Histoire Naturelle di Parigi per disegnare, modellare e fotografare animali, testimoniando il suo profondo interesse per il mondo faunistico. Negli anni Venti, Biagini iniziò un recupero della classicità romana e rinascimentale, alternando gli studi di figure femminili a quelli di animali. Questa fase segnò la maturazione della sua concezione artistica, orientata verso una rigorosa costruzione architettonica della forma e un gusto per una politezza formale che lo avvicinò al movimento del "ritorno all'ordine" novecentista e alla plastica di Maillol. Il successo di Biagini come scultore si consolidò negli anni Trenta, testimoniato dalle personali alla Biennale di Venezia del 1936 e alla III Quadriennale di Roma, dove espone 26 sculture. La sua fama si estese anche all'estero, partecipando a rassegne in città come Ginevra, Berlino, Dusseldorf e Milano, dove una sua opera fu acquistata dalla Permanente. Oltre alla scultura, Biagini si dedicò anche alla ceramica e alla decorazione, diventando un rappresentante di spicco del gusto déco nell'arte italiana della prima metà del Novecento. Le sue opere in ceramica, caratterizzate da forme organiche e linee fluide, conferiscono un senso di movimento e armonia, riflettendo la sua maestria nell'espressione artistica. La sua amicizia con Giorgio de Chirico testimonia l'importanza di Biagini nel panorama artistico italiano. De Chirico curò una mostra retrospettiva dedicata a Biagini nel 1954, a due anni dalla sua morte, avvenuta a Roma nel 1952. Questo evento contribuì a consolidare la sua eredità artistica, riconoscendolo come uno dei più influenti artisti nel campo della scultura, della ceramica e della decorazione. La valutazione delle opere di Biagini varia in base a diversi fattori, come la scelta del materiale, il soggetto raffigurato e le dimensioni dell'opera. Le sue sculture animalier di dimensioni imponenti sono particolarmente apprezzate, con quotazioni che possono oscillare tra €750 e oltre €4000, testimoniando l'alto valore artistico e la crescente richiesta delle sue opere sul mercato. In conclusione, Alfredo Biagini è stato un artista eccezionale, la cui opera abbraccia diversi decenni e continua a guadagnare apprezzamento e interesse da parte di appassionati e collezionisti. La sua capacità di combinare tradizione e innovazione, insieme alla sua maestria nell'espressione artistica, lo rendono una figura di spicco nella storia dell'arte italiana del Novecento.