La Galleria Ponti compra opere e sculture dello scultore Fedele Bianchini ( Macerata 1790 - 1857 ). Forniamo informazioni su prezzi, valore attuale di mercato, quotazioni, valutazioni e stime delle sue sculture.
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Fedele Bianchini fu uno scultore italiano del XIX secolo, noto per la sua maestria nell'arte della scultura e per il suo contributo all'insegnamento delle belle arti. Nato a Macerata il 27 ottobre 1791, era figlio di Saverio, un agrimensore comunale, e di Petronilla Bottoni. La sua precoce inclinazione per le belle arti lo portò a Roma, dove studiò sotto la guida di due grandi maestri dell'epoca: Antonio Canova e Vincenzo Camuccini. Durante il suo soggiorno a Roma, che durò circa dieci anni a partire dal 1807, Bianchini ebbe l'opportunità di immergersi nel fervente ambiente artistico della città, apprendendo le tecniche della scultura e affinando il suo talento. Questo periodo di formazione fu cruciale per lo sviluppo del suo stile e per la sua futura carriera artistica. Al suo ritorno a Macerata, Bianchini aprì uno studio di scultura, diventando un punto di riferimento per l'arte nella sua città natale. Nel 1828, con l'istituzione delle cattedre di belle arti presso il ginnasio comunale, gli fu affidata la cattedra di plastica e scultura, che tenne gratuitamente, dimostrando il suo impegno verso la diffusione dell'arte e la formazione delle nuove generazioni di artisti. Bianchini fu anche eletto membro della Commissione ausiliaria di belle arti, un ruolo che gli permise di influenzare la cultura artistica locale e di contribuire alla valorizzazione del patrimonio artistico della regione. Tra le sue opere più note, si ricorda la stele funeraria dedicata a suo padre, che presenta un bassorilievo raffigurante la Geometria e l'Agricoltura, simboli delle passioni e delle competenze del genitore. Questa stele, realizzata in marmo, è un esempio della capacità di Bianchini di combinare l'arte scultorea con elementi simbolici e commemorativi. La stele funeraria di Bianchini Fedele, situata a Macerata, è un'opera che testimonia la sua abilità nello scolpire il marmo e la sua attenzione al dettaglio. L'opera, che fu eseguita per commemorare la morte del padre avvenuta nel 1824, è sormontata dal busto del defunto e rappresenta un esempio significativo della scultura funeraria dell'epoca. Fedele Bianchini fu allievo del Canova, uno dei più grandi scultori neoclassici, e questa influenza è evidente nella pulizia delle linee, nell'armonia delle forme e nella ricerca dell'ideale di bellezza che caratterizzano le sue opere. La sua produzione artistica includeva anche ritratti e monumenti sepolcrali, nei quali spesso si rifletteva la sua formazione classica e la sua abilità nel catturare l'essenza dei soggetti rappresentati. Oltre alla sua attività di scultore, Bianchini si dedicò anche all'insegnamento, trasmettendo la sua passione e il suo sapere agli studenti. La sua figura di educatore e artista contribuì a mantenere viva la tradizione scultorea nelle Marche, una regione che ha una lunga storia di eccellenza nelle arti. Fedele Bianchini morì nel 1857, lasciando un'eredità di opere che ancora oggi sono apprezzate per la loro bellezza e per il loro valore storico e artistico. La sua vita e il suo lavoro sono stati oggetto di studi e pubblicazioni, che hanno contribuito a far luce sulla sua figura di artista e sulla sua importanza nel panorama artistico italiano del XIX secolo. La sua memoria è stata onorata anche attraverso la pubblicazione di libri e articoli che esplorano la sua vita e le sue opere, come "L'erudito e lo scultore. Amico Ricci e Fedele Bianchini, documenti, opere e artisti fra Marche e Roma dopo Canova", che fornisce un'analisi dettagliata del contesto artistico in cui operò e delle sue realizzazioni. In conclusione, Fedele Bianchini fu un artista che seppe coniugare il rispetto per la tradizione classica con un'attenta osservazione della realtà, creando opere di notevole impatto emotivo e tecnico. La sua figura rimane un esempio di dedizione all'arte e di impegno nella formazione delle future generazioni di artisti.