La Galleria Ponti compra opere e sculture dello scultore Emilio Bisi ( Milano 1850 - 1920 ). Forniamo informazioni su prezzi, valore attuale di mercato, quotazioni, valutazioni e stime delle sue sculture.
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Emilio Bisi fu uno scultore italiano di rilievo, nato a Milano il 7 novembre 1850 e deceduto nella stessa città il 19 febbraio 1920. La sua vita e la sua arte si intrecciano strettamente con la storia culturale e artistica dell'Italia dell'epoca, in particolare con quella milanese, città che fu il fulcro della sua attività creativa. Figlio di Luigi Bisi, pittore e presidente dell'Accademia di Brera a Milano, Emilio crebbe in un ambiente dove l'arte era parte integrante della vita quotidiana. La sua famiglia era profondamente immersa nel culto dell'arte, e questo lasciò un'impronta indelebile sul giovane Emilio, che inizialmente si avviava verso lo studio delle matematiche. Tuttavia, l'istinto artistico prevalse, portandolo a dedicarsi alla scultura, disciplina in cui avrebbe poi eccelso. La sua formazione artistica fu influenzata dal contesto culturale dell'epoca, caratterizzato da un forte legame con la tradizione classica e neoclassica, ma anche aperto alle novità romantiche. Emilio Bisi si distinse per la sua abilità nel creare opere che rispecchiavano il carattere richiesto dal tempo e dal luogo, pur mantenendo una propria identità artistica. Nel 1883, Emilio sposò Sofia Albini, una scrittrice e giornalista milanese, che condivideva con lui un profondo interesse per l'arte e la cultura. La loro unione fu non solo un legame affettivo, ma anche una collaborazione intellettuale, con Sofia che spesso dedicava le sue opere al marito. Emilio Bisi lavorò principalmente su commissioni per monumenti funebri e chiese, un ambito che all'epoca era particolarmente richiesto. Tra i suoi lavori più noti, si ricordano la "Santa Melania" per il Duomo di Milano, i monumenti sepolcrali "Ai fratelli Maccia" nel Cimitero monumentale di Milano, e il monumento "Ad Antonio Gussalli" a Soncino, con epigrafe del poeta Giosuè Carducci. Un altro aspetto significativo della sua produzione artistica fu la realizzazione di nove figure colossali per la facciata della chiesa serba di San Spiridione a Trieste, un lavoro che testimonia la sua capacità di rispondere al gusto nazionale di altri popoli, pur operando da Milano. Questo progetto, in particolare, gli valse grande onore e riconoscimento per la sua maestria e dedizione. Emilio Bisi donò all'Accademia di Brera il monumento al proprio padre Luigi, che ne era stato professore e presidente, consolidando così il legame con l'istituzione che aveva segnato la carriera artistica della sua famiglia. La sua partecipazione alla vita culturale milanese fu attiva e riconosciuta, come dimostra la sua presenza all'Esposizione Nazionale d'Arte a Brera nel 1916, dove espose quattro disegni "Studi". Nonostante la sua attività fosse prevalentemente legata alle commissioni, Emilio Bisi non mancò di esprimere la sua vena creativa e umoristica, come nel caso della statuetta di un cittadino romano che torna dal mercato, esposta alla Mostra Nazionale di Milano. Quest'opera dimostra la sua capacità di infondere nei suoi lavori un tocco personale e originale, anche quando il soggetto non era di sua scelta. La sua arte fu apprezzata non solo in Italia, ma anche all'estero, come testimoniato dalla sua partecipazione alle Esposizioni Universali di Parigi, dove espose le sue opere insieme ad altri scultori italiani dell'epoca. Nonostante la critica talvolta severa, in particolare quella francese, Emilio Bisi rimase una figura di riferimento per i giovani artisti che affollavano il suo atelier, e il suo contributo all'arte italiana dell'Ottocento è oggi riconosciuto e valorizzato. Emilio Bisi lasciò un'eredità artistica significativa, che continua a essere studiata e apprezzata. Le sue sculture e i suoi monumenti sono testimonianze della sua abilità e del suo impegno nel campo dell'arte, e la sua figura rimane un esempio di dedizione e talento nel panorama scultoreo italiano.