La Galleria Ponti compra opere e sculture dello scultore Luigi Bistolfi ( Acqui Terme 1860 - Roma 1919 ). Forniamo informazioni su prezzi, valore attuale di mercato, quotazioni, valutazioni e stime delle sue sculture.
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Luigi Bistolfi nacque a Casale Monferrato, una piccola città nel nord-ovest dell'Italia, il 15 marzo 1859. Figlio di Giovanni Bistolfi, un intagliatore e scultore di legno, e di Angela Amisano, Luigi ereditò dal padre non solo il nome ma anche la passione per l'arte. La sua formazione artistica iniziò nel 1876 quando, grazie a una borsa di studio concessa dal comune di Casale Monferrato, si iscrisse all'Accademia di Belle Arti di Brera a Milano. Qui, fu allievo di Giosuè Argenti e iniziò a immergersi nell'ambiente culturale milanese, venendo in contatto con il movimento della Scapigliatura, che influenzò profondamente i suoi primi lavori. Nel 1880, desideroso di approfondire i suoi studi in scultura, Bistolfi si trasferì a Torino per frequentare l'Accademia Albertina, dove studiò sotto la guida di Odoardo Tabacchi. Fu in questo periodo che iniziò a sviluppare il suo stile personale, caratterizzato da un'attenzione particolare verso il simbolismo e il movimento Art Nouveau, noto in Italia come Stile Liberty. Bistolfi si distinse per la sua capacità di fondere insieme figura e simbolo, creando opere che riflettevano la sua visione personale e la sua ricerca interiore. Tra i suoi primi lavori significativi ci sono "Le lavandaie", "Tramonto", "Vespero", "Boaro" e "Gli amanti", eseguiti tra il 1880 e il 1885, che mostrano l'influenza della Scapigliatura milanese. Tuttavia, fu con la scultura "L'angelo della Morte", realizzata nel 1882 per la tomba Brayda nel Cimitero monumentale di Torino, che Bistolfi iniziò a indirizzarsi verso il simbolismo, un percorso che non avrebbe più abbandonato. Durante la sua carriera, Bistolfi realizzò numerose opere di grande impatto emotivo, spesso commissionate per monumenti funebri. Tra queste, spiccano la tomba del Senatore Tito Orsini e il monumento funebre per Giovanni Segantini, intitolato "La bellezza liberata dalla materia", eretto a Saint-Moritz nel 1906. Quest'ultima opera, in particolare, è considerata uno dei suoi capolavori, in cui l'artista esprime la sua visione della morte come liberazione e trasformazione. Bistolfi fu anche un fervente sostenitore dell'arte decorativa moderna e, nel 1902, fondò insieme ad altri artisti la rivista "L'arte decorativa moderna", che divenne un punto di riferimento per la diffusione dello Stile Liberty in Italia. La sua attività non si limitò alla scultura; fu anche pittore, illustratore e medaglista, esplorando diverse forme d'arte per esprimere la sua creatività. Oltre alla sua produzione artistica, Bistolfi ebbe un ruolo attivo nella vita culturale del suo tempo. Fu membro onorario dell'Accademia Albertina e partecipò a numerose esposizioni, tra cui la Biennale di Venezia, dove nel 1905 gli fu dedicata una sala personale. Nel 1923, fu nominato Senatore del Regno, riconoscimento della sua importanza nel panorama artistico e culturale italiano. Luigi Bistolfi morì il 2 settembre 1933 a La Loggia, vicino a Torino, all'età di 74 anni. La sua eredità artistica è conservata in numerosi musei e collezioni private, tra cui la Gipsoteca "Leonardo Bistolfi" a Casale Monferrato, che ospita la più vasta raccolta delle sue opere, offrendo una testimonianza unica del suo contributo all'arte italiana e internazionale. La sua capacità di interpretare temi universali attraverso un linguaggio simbolico e personale lo ha reso uno dei maggiori esponenti del simbolismo e dello Stile Liberty, lasciando un'impronta indelebile nella storia dell'arte.