La Galleria Ponti compra opere e sculture dello scultore Salvatore Bongiovanni ( Caltagirone 1769 - Firenze 1842 ). Forniamo informazioni su prezzi, valore attuale di mercato, quotazioni, valutazioni e stime delle sue sculture.
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Salvatore Bongiovanni, nato a Caltagirone il 14 marzo 1769 e deceduto a Firenze il 20 gennaio 1842, è stato uno scultore di rilevanza storica, la cui vita e opera si intrecciano con l'evoluzione dell'arte scultorea tra la fine del XVIII e l'inizio del XIX secolo. La sua biografia è un viaggio attraverso l'Italia dell'arte, dall'apprendistato in Sicilia fino alla consacrazione a Firenze, città in cui ha lasciato un'impronta indelebile come professore di scultura all'Accademia di Belle Arti. La giovinezza di Bongiovanni fu segnata da un precoce talento per la modellazione, che iniziò a manifestarsi nella bottega del prozio Antonino Bertolone, noto stovigliaio di Caltagirone. Qui, Salvatore e il fratello Giacomo si cimentarono nella creazione di figurine in terracotta, ritraendo con vivacità e realismo scene e costumi popolari. Nonostante la mancanza di una formazione accademica formale in questi anni iniziali, Salvatore dimostrò una notevole capacità di osservazione e una naturale inclinazione per l'arte scultorea. La svolta nella vita di Bongiovanni avvenne nel 1786, quando decise di trasferirsi a Roma per approfondire i suoi studi in scultura. Questo periodo romano, sebbene breve, fu fondamentale per la sua formazione artistica, permettendogli di immergersi nella ricchezza dell'arte antica e rinascimentale che la città offriva. Tuttavia, fu a Firenze che Salvatore trovò il suo vero palcoscenico. Trasferitosi nella città toscana nel 1791, iniziò a lavorare con gli scultori trevisani Pietro e Giovanni Pisani e a frequentare l'Accademia fiorentina sotto la guida di Spinazzi e F. Carradori. La sua permanenza a Firenze fu segnata da numerosi successi. Nel 1794, vinse il primo premio al concorso accademico triennale dell'Accademia di Belle Arti di Firenze, con un'opera che rappresentava Dedalo in atto di porre le ali ad Icaro. Questo riconoscimento segnò l'inizio di una brillante carriera accademica e artistica. Nel 1803, Bongiovanni fu nominato professore di scultura all'Accademia, ruolo che mantenne fino alla sua morte, influenzando generazioni di artisti. L'opera di Bongiovanni è caratterizzata da un profondo classicismo, influenzato dall'ammirazione per l'arte antica e per il lavoro di Antonio Canova. Nonostante le sue origini come modellatore di figurine popolari, Salvatore non si sottrasse mai completamente alle influenze stilistiche canoviane, come dimostrano le sue numerose opere commissionate dal granduca Ferdinando III di Toscana. Tra queste, spiccano gli stucchi del Trionfo di Giuditta e il Trasporto dell'Arca nella cappella di Poggio Imperiale, così come le decorazioni nella chiesa del Camposanto di Lucca, che includono rilievi degli Evangelisti e scene bibliche di grande impatto emotivo. La morte lo colse a Firenze nel 1842, dove fu sepolto nel chiostro del convento di Ognissanti. La sua eredità artistica, tuttavia, sopravvive nelle sue opere e nell'influenza esercitata sui suoi allievi. Salvatore Bongiovanni non fu solo un artista di talento, ma anche un educatore appassionato, che contribuì significativamente alla storia della scultura italiana. La sua vita, segnata da un incessante desiderio di apprendimento e da una dedizione all'arte, rimane un esempio luminoso di come la passione e il talento possano trascendere le epoche, lasciando un segno indelebile nella storia dell'arte.