La Galleria Ponti compra opere e sculture dello scultore Antonio Bosa ( Pove del Grappa 1780 - Venezia 1845 ). Forniamo informazioni su prezzi, valore attuale di mercato, quotazioni, valutazioni e stime delle sue sculture.
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Antonio Bosa fu uno scultore italiano nato nel 1780 a Pove del Grappa, vicino a Bassano, e morto a Venezia nel 1845. La sua vita e la sua opera si inseriscono nel contesto del Neoclassicismo, un movimento artistico che cercava di riscoprire e rivitalizzare gli ideali estetici dell'antichità classica. Bosa fu un seguace di Antonio Canova, uno dei massimi esponenti di questo stile, e ne assimilò gli insegnamenti, pur sviluppando una propria personalità artistica. Giovanissimo, Bosa si trasferì a Venezia per frequentare la scuola di scultura dell'Accademia Farsetti, dove mostrò rapidi progressi e una certa indipendenza di spirito, caratteristiche che lo avrebbero contraddistinto per tutta la vita. La sua giocondità e il suo vigore fisico gli permisero di emergere nonostante la tirannia del gusto dell'epoca, che era fortemente influenzato dal Canova. Nel 1799, a soli diciannove anni, Bosa fu chiamato a Trieste dall'architetto Matteo Pertsch per lavorare al palazzo Carciotti. In soli sei anni, realizzò quattordici statue allegoriche e di divinità classiche per gli attici delle facciate, l'atrio e la balaustrata del pianerottolo al primo piano, oltre a sette fasce ornamentali in altorilievo con scene dell'Iliade e dell'Odissea per la sala maggiore. Questo lavoro segnò l'inizio di una lunga e fruttuosa collaborazione con la città di Trieste, che lo vide impegnato in numerose commissioni pubbliche e private. Tra le sue opere più note a Trieste, si ricorda il Cenotafio in memoria di Johann Joachim Winckelmann, teorico del neoclassicismo assassinato nella città nel 1768. Il cenotafio, realizzato su commissione di Domenico Rossetti, fu completato nel 1833 e rappresenta uno dei capolavori di Bosa. L'artista veneto si impose come protagonista della scultura neoclassica triestina, accostando alla ricerca del dettaglio armonico una certa robustezza nelle figure allegoriche, con un lieve sovradimensionamento del capo che divenne uno dei suoi tratti distintivi. Bosa lavorò anche a Venezia, dove contribuì alla decorazione della Procuratie Nuove in Piazza San Marco e realizzò opere per la chiesa dei Gesuati e per la chiesa neoclassica di Santa Chiara. Inoltre, partecipò alla realizzazione del monumento funebre di Canova nella chiesa dei Frari, a cui fu assegnata la statua di Apollo. Nel corso della sua carriera, Bosa ricevette commissioni da diverse parti d'Italia, in particolare dalla Toscana e da Trieste. Le sue opere si caratterizzavano per la fedele applicazione delle regole neoclassiche apprese dal Canova, ma anche per una certa originalità e vivacità espressiva. Dopo un lungo soggiorno a Trieste, Bosa tornò a Venezia, dove continuò a lavorare fino alla sua morte nel 1845. La sua eredità artistica fu portata avanti dal figlio Francesco, anch'egli scultore, e da altri artisti vicini a lui, che continuarono a esplorare i temi canoviani, sebbene senza la stessa capacità di innovazione del maestro. Antonio Bosa lasciò un'impronta significativa nella storia dell'arte italiana, in particolare nel contesto della scultura neoclassica. La sua opera è un esempio di come l'arte possa essere al tempo stesso espressione di un movimento culturale più ampio e manifestazione di un talento e di una personalità unici.