La Galleria Ponti compra opere e sculture dello scultore Enrico Butti ( Viggi� 1847 - 1932 ). Forniamo informazioni su prezzi, valore attuale di mercato, quotazioni, valutazioni e stime delle sue sculture.
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Enrico Butti, nato il 3 aprile 1847 a Viggiù, una piccola località in provincia di Varese, è stato uno degli scultori italiani più significativi del suo tempo, attivo principalmente a Milano. La sua vita e la sua opera si intrecciano strettamente con la storia dell'arte italiana di fine Ottocento e inizio Novecento, periodo in cui l'Italia stava vivendo profonde trasformazioni sociali, politiche e culturali. Butti proveniva da una famiglia di artigiani specializzati nella lavorazione del marmo, una tradizione che ha sicuramente influenzato la sua scelta professionale e artistica. Suo padre, Bernardo, era un intagliatore, mentre lo zio Stefano e il cugino Guido erano entrambi scultori. Questo contesto familiare gli fornì una solida base per la sua futura carriera artistica. All'età di 14 anni, Butti si trasferì a Milano per studiare all'Accademia di Belle Arti di Brera, dove fu allievo dello scultore Pietro Magni. Durante questo periodo, per sostenersi economicamente, lavorò per altri scultori come Francesco Barzaghi, Ugo Zannoni e lo stesso Magni, acquisendo una notevole abilità nella lavorazione del marmo. La sua formazione a Brera fu fondamentale per lo sviluppo del suo stile, che combinava il realismo con elementi più idealizzati e simbolici. La carriera di Butti decollò nel 1872, quando espose per la prima volta alla Mostra Nazionale di Milano il marmo di Raffaello Sanzio, seguito due anni dopo dalla sua opera Eleonora d'Este che visita il Tasso in carcere, oggi conservata a San Pietroburgo. Queste prime opere rivelarono il suo talento e la sua capacità di interpretare temi storici e letterari con sensibilità e maestria. Negli anni successivi, Butti si affermò come uno degli scultori più importanti di Milano, realizzando numerosi monumenti funerari e commemorativi che sono ancora oggi visibili nel Cimitero Monumentale di Milano. Tra questi, spiccano il monumento per la famiglia Cavi-Bussi, il Guerriero lombardo Alberto da Giussano per il monumento di Legnano, e Il minatore, che gli valse il Grand Prix e la medaglia d'argento all'Esposizione Internazionale di Parigi del 1889. Dal 1893 al 1913, Butti fu professore di scultura all'Accademia di Brera, dove influenzò generazioni di giovani artisti. La sua attività didattica fu interrotta da problemi di salute che lo costrinsero a ritirarsi a Viggiù, dove continuò a lavorare fino alla sua morte, avvenuta il 31 gennaio 1932. Oltre alla scultura, Butti si dedicò anche alla pittura, esplorando nuovi linguaggi artistici e dimostrando una notevole versatilità creativa. La sua opera è caratterizzata da un profondo senso del realismo, arricchito da elementi simbolici e da una riflessione sulla condizione umana, che lo rendono una figura di spicco nell'arte italiana dell'epoca. La sua eredità artistica è custodita in numerosi musei e collezioni pubbliche, tra cui il Museo Enrico Butti a Viggiù, che conserva molte delle sue opere e documenti, offrendo una testimonianza preziosa della sua vita e del suo lavoro. La distruzione della statua "Domina" nel 2023 da parte di turisti influencer ha riacceso l'interesse per la sua figura e il suo lavoro, sottolineando l'importanza della conservazione del patrimonio artistico e la necessità di una maggiore consapevolezza e rispetto per l'arte e la storia.