La Galleria Ponti compra opere e sculture dello scultore Emanuele Caggiano ( Benevento 1837 - Napoli1905 ). Forniamo informazioni su prezzi, valore attuale di mercato, quotazioni, valutazioni e stime delle sue sculture.
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Emanuele Caggiano, nato il 12 giugno 1837 a Benevento, è stato uno degli scultori italiani più significativi del suo tempo, noto per il suo stile realista che ha saputo coniugare con maestria il classicismo accademico e il naturalismo. Figlio dello scultore Fedele Caggiano, Emanuele mostrò fin da piccolo una predisposizione naturale per l'arte, tanto che a soli dodici anni realizzò il ritratto del conte Candido Gonzaga, ottenendo un notevole successo che gli valse il riconoscimento anche in considerazione della sua giovane età. La sua formazione artistica iniziò sotto la guida del padre, che curò la sua educazione artistica primaria. Successivamente, la famiglia si trasferì a Bari, dove Emanuele continuò a sviluppare il suo talento. Convinto delle capacità del figlio, il padre lo inviò a Napoli nel 1851 per completare la sua formazione presso l'Istituto di Belle Arti, sotto la guida di Tito Angelini. Qui, Caggiano si distinse per il suo talento, tanto da ottenere un aiuto dal governo per rimanere nell'istituto grazie al caldo appoggio di Angelini. La sua carriera artistica prese una svolta significativa quando, nel 1859, partecipò a un concorso pubblico a Napoli presentando un bassorilievo che raffigurava "Il Cimbro tenta di assassinare Mario", per il quale ricevette una pensione dallo stato. Questo successo gli permise di viaggiare a Firenze, dove lavorò nello studio di Giovanni Duprè. Durante questo periodo, completò la statua in stucco "Pane e Lavoro", che successivamente fu tradotta in marmo su commissione del Principe Oddone di Savoia e trasferita al Museo di Capodimonte. Quest'opera, che raffigura una giovane cucitrice poveramente vestita, è considerata una delle sue creazioni più significative, tanto da essere ripetuta più volte per il suo successo e il suo significato umanitario e sociale. Nel 1879, Caggiano vinse un concorso per diventare professore di scultura presso l'Istituto Reale di Belle Arti, modellando in argilla un bassorilievo che raffigurava Ettore che consacra il figlio a Giove prima di affrontare i Greci. Questo incarico accademico, tuttavia, suscitò reazioni vivaci nell'ambiente artistico napoletano, ormai aperto al realismo, a causa della sua tendenza a non distaccarsi dalla produzione successiva, nonostante il successo ottenuto. Tra le sue opere più note, oltre a "Pane e Lavoro", si annoverano la statua di "Vittoria", alta oltre 96 pollici e destinata a sormontare il monumento in Piazza dei Martiri a Napoli, e diverse commissioni reali, tra cui una statua di Federico II di Svevia per la facciata della Reggia di Napoli. Caggiano fu anche attivo come pittore, sebbene sia principalmente ricordato per le sue sculture. La sua capacità di fondere il classicismo con un'espressione realista del sentimento umano lo ha reso una figura di spicco nell'arte italiana dell'epoca, influenzando generazioni di scultori. Emanuele Caggiano morì a Napoli il 22 agosto 1905, lasciando un'eredità artistica che continua a essere apprezzata e studiata. La sua opera "Pane e Lavoro", in particolare, rimane un simbolo potente del suo impegno sociale e della sua maestria artistica, testimoniando la sua capacità di catturare la dignità e la bellezza nelle figure umane, anche nelle condizioni più umili.