La Galleria Ponti compra opere e sculture dello scultore Michele Canzio ( Genova 1787 - Castelletto Scassoso 1868 ). Forniamo informazioni su prezzi, valore attuale di mercato, quotazioni, valutazioni e stime delle sue sculture.
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Michele Canzio, nato a Genova il 1° ottobre 1788 e morto a Castelletto Scazzoso il 24 settembre 1868, è stato un architetto, pittore e scenografo italiano di grande rilievo, noto soprattutto per il suo lavoro come scenografo per il Teatro Carlo Felice di Genova. La sua vita e la sua opera si inseriscono nel contesto del rinnovamento neoclassico che ha caratterizzato l'arte e l'architettura del suo tempo, influenzato dalle opere di Carlo Barabino e Niccolò. La carriera di Canzio iniziò precocemente, dimostrando un talento straordinario già all'età di 17 anni quando progettò l'arco trionfale per Napoleone. Questo precoce successo segnò l'inizio di una lunga e fruttuosa carriera nel campo dell'architettura e della scenografia. Nel 1818, Canzio iniziò la sua attività di scenografo al Teatro di Sant'Agostino per "Matrimonio segreto" di Domenico Cimarosa, seguito nel 1819 da "Aureliano in Palmira" di Rossini. La sua collaborazione con il Teatro Carlo Felice iniziò con la sua costruzione, per la quale contribuì alla progettazione e alla realizzazione della scenografia per il balletto inaugurale "Gli adoratori del fuoco". Oltre al suo lavoro nei teatri, Canzio fu anche un prolifico progettista di spazi pubblici e privati. Tra i suoi contributi più significativi vi è la progettazione di decorazioni per il matrimonio di Vittorio Emanuele con Maria Adelaide d'Austria nel 1842, nonché la progettazione di palazzi, chiese e giardini a Genova. Tra questi, spicca il suo lavoro per il Palazzo Reale in via Balbi e la chiesa di San Donato. Canzio fu anche direttore della scuola di ornamento presso l'Accademia Ligustica dal 1827 al 1867, periodo durante il quale influenzò generazioni di artisti e architetti. Tuttavia, uno dei suoi contributi più duraturi e significativi fu la progettazione del giardino della Villa Durazzo-Pallavicini tra il 1840 e il 1846. Questo giardino, considerato un capolavoro del paesaggismo romantico inglese, rifletteva la sensibilità romantica e la teatralità che caratterizzavano l'opera di Canzio. Il giardino era concepito come un percorso di trasformazione spirituale, culminante in una serie di grotte buie che conducevano a un idilliaco boschetto con un tempio. La progettazione del giardino della Villa Durazzo-Pallavicini dimostra l'abilità di Canzio nel fondere arte e natura, creando un'esperienza immersiva che stimolava l'immaginazione e i sensi dei visitatori. Le grotte artificiali, in particolare, erano progettate per evocare sentimenti di sublime, in linea con le teorie estetiche del tempo che vedevano nel buio e nella natura selvaggia fonti di emozione e riflessione profonda. Michele Canzio lasciò un'impronta indelebile non solo nella città di Genova ma anche nel panorama artistico e culturale italiano del XIX secolo. La sua opera, che spazia dall'architettura alla scenografia, dalla progettazione di giardini alla pittura, riflette un'epoca di grandi cambiamenti e sperimentazioni artistiche. Canzio è ricordato come un artista poliedrico, la cui visione e creatività hanno contribuito a definire l'estetica del suo tempo.