La Galleria Ponti compra opere e sculture dello scultore Filippo Cifariello ( Molfetta 1864 - Napoli 1936 ). Forniamo informazioni su prezzi, valore attuale di mercato, quotazioni, valutazioni e stime delle sue sculture.
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Filippo Antonio Cifariello nacque il 3 luglio 1864 a Molfetta, in una famiglia di modesta condizione economica. Era il primo di cinque figli di Ferdinando Cifariello, un cantante originario di Bari, e di sua moglie, Giovanna Rutigliano. La ricerca di migliori opportunità portò la famiglia a trasferirsi a Napoli, dove, nonostante le difficoltà economiche e il fallimento delle ambizioni artistiche del padre, Filippo iniziò a manifestare le sue inclinazioni artistiche. Per sostenere la famiglia, si dedicò alla scultura, mostrando un talento precoce che gli permise di accedere all'Accademia di Belle Arti di Napoli, dove studiò sotto la guida del pittore Gioacchino Toma. La sua formazione artistica fu arricchita da soggiorni a Roma e Monaco, che gli permisero di esplorare diverse correnti artistiche e di affinare la sua tecnica. Già dal 1881, Cifariello iniziò a esporre le sue opere, ottenendo riconoscimenti e premi, tra cui un importante riconoscimento a Napoli nel 1883. Il suo primo grande successo arrivò con la partecipazione all'Exposition Universelle del 1889 a Parigi, evento che segnò l'inizio di una carriera internazionale. Successivamente, si stabilì a Roma, dove continuò a esporre le sue opere, tra cui alla Biennale di Venezia a partire dal 1899. La vita personale di Cifariello fu altrettanto movimentata e tragica quanto la sua carriera artistica fu brillante. Nel 1894 sposò la cantante francese Maria de Browne, nota con il nome d'arte di Blanche de Mercy. La relazione fu turbolenta, segnata da episodi di gelosia estrema che culminarono in un tragico evento nel 1905. Convinto che sua moglie avesse una relazione con il suo avvocato, Cifariello la uccise sparandole cinque volte. Il processo che ne seguì fu molto pubblicizzato e, dopo due anni, fu assolto per mancanza di imputabilità, una sentenza che oggi potremmo paragonare a quella per infermità mentale temporanea. Dopo essere stato assolto, Cifariello tornò a Napoli, dove riuscì a riprendere la sua carriera artistica. Tuttavia, le tragedie personali continuarono a perseguitarlo. Nel 1914, la sua seconda moglie, Evelina Fabbri, morì a causa di gravi ustioni provocate da un incidente domestico. Anche in questo caso, Cifariello fu scagionato da ogni responsabilità. Nel 1928, si sposò per la terza volta con Anna Marzell, da cui ebbe due figli, tra cui il famoso attore Antonio Cifariello. Nonostante il successo professionale, Filippo Cifariello soffrì di gravi episodi depressivi che lo portarono al suicidio nel 1936, all'età di 71 anni. Oltre alla sua tumultuosa vita personale, Cifariello lasciò un'impronta indelebile nel mondo dell'arte. Fu un esponente di spicco del verismo napoletano e si dedicò principalmente alla scultura di piccole figure e busti, creando opere che spaziavano dal neoclassicismo al Liberty. Tra le sue opere più note, si ricordano busti di personaggi illustri e monumenti pubblici, che testimoniano la sua abilità nel catturare l'essenza e l'anima dei suoi soggetti. Nel 1931, Cifariello pubblicò la sua autobiografia, "Tre vite in una", che ebbe un breve successo. Quest'opera offre uno sguardo intimo sulla sua vita e sulle sue esperienze, riflettendo le luci e le ombre di un artista complesso, il cui talento fu spesso oscurato dalle tragedie personali. La sua eredità artistica continua a essere celebrata e studiata, con le sue opere esposte in collezioni private, gallerie e musei in tutto il mondo.