La Galleria Ponti compra opere e sculture dello scultore Benedetto Civiletti ( Palermo 1846 - 1899 ). Forniamo informazioni su prezzi, valore attuale di mercato, quotazioni, valutazioni e stime delle sue sculture.
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Benedetto Civiletti fu uno scultore italiano di grande talento, la cui opera ha lasciato un'impronta indelebile nel panorama artistico siciliano tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento. Nato a Palermo il 1° ottobre 1845, Civiletti crebbe in una famiglia di contadini e fin da bambino mostrò una spiccata inclinazione per l'arte, in particolare per la modellazione di figurine in creta e stucco. La sua abilità attirò l'attenzione del nobile Cavalier Guli, che gli procurò un lavoro nello studio di un artigiano specializzato nella creazione di statue per presepi. Il talento di Civiletti non passò inosservato e ben presto venne raccomandato al pittore Andrea D'Antoni, che, riconoscendo la sua predisposizione per la scultura, lo affidò alle cure dello scultore Benedetto Delisi. Nel 1863, una sua scultura raffigurante un Fauno gli valse l'ammirazione della comunità artistica locale e una pensione per formarsi sotto la guida dello scultore Giovanni Dupré a Firenze. Dopo il suo ritorno a Palermo nel 1865, Civiletti realizzò la statua di un giovane Dante, o "Dantino", che espose a Milano, Vienna e all'Esposizione Universale di New Orleans, ottenendo un diploma d'onore. Seguì poi "Ricordo", esposta a Palermo e acquistata dal Barone Tortirici per soli 60 lire. In quegli anni, Civiletti si dedicò principalmente a ritratti e monumenti funebri. La sua opera "Kanaris a Scio", ispirata alle lotte per la libertà della Grecia narrate da Angelo Brofferio nelle sue "Scene Elleniche antica e nuova Grecia", raffigura due uomini, uno dei quali è il combattente per la libertà greca Konstantinos Kanaris, intenti a guidare una nave incendiaria carica di esplosivi contro la flotta ottomana. Questa scultura, acquistata dal Principe Umberto di Savoia durante la sua esposizione a Palermo, fu poi esposta a Vienna e a Parigi, dove vinse una medaglia d'oro all'Exposition Universelle del 1878. Negli anni successivi, Civiletti fu estremamente produttivo, creando statue come "Gesù in Getsemani", "Giulio Cesare", "L'ultima ora di Missolonghi", "La Rosmunda", "Federico II pone la prima pietra del Castello di Palermo" e molte altre, esposte in varie capitali europee. Morì a Palermo il 22 settembre 1899. Le opere di Civiletti sono caratterizzate da uno stile romantico e da temi allegorici, di genere o storici. Fu un artista che riuscì a raggiungere una fama internazionale, come dimostrano i numerosi premi e riconoscimenti ottenuti in tutto il mondo. Le sue sculture pubbliche abbelliscono ancora oggi la città di Palermo, tra cui "La Tragedia" fuori dal Teatro Massimo, "Kanaris a Scio" nel Parco Piersanti Mattarella e la "Quadriga di Apollo" in cima al Teatro Politeama. Nonostante la sua importanza, la memoria di Civiletti e di suo fratello Pasquale, anch'egli scultore, sembra oggi avvolta dall'oblio. Le loro opere, integrate nelle architetture e negli spazi urbani di Palermo, sono spesso trascurate e soggette a degrado e incuria. A colmare questa lacuna contribuisce lo studio di Alfredo Milazzo, nipote di Pasquale, che ha raccolto e organizzato materiali e documenti inediti, ricostruendo l'attività dei suoi avi e individuando opere e relazioni che li inseriscono tra gli esponenti più significativi della cultura artistica del tempo. Civiletti fu anche un membro corrispondente dell'Istituto di Francia e ricevette onorificenze come commendatore della Corona d'Italia e cavaliere della Legion d'Onore. La sua vita e la sua opera sono state oggetto di studi e pubblicazioni che ne hanno evidenziato il contributo alla scultura siciliana dell'Ottocento e il suo ruolo nel configurare il volto di Palermo a cavallo tra due secoli.