La Galleria Ponti compra opere e sculture dello scultore Antonio DalZotto ( Venezia 1841 - 1918 ). Forniamo informazioni su prezzi, valore attuale di mercato, quotazioni, valutazioni e stime delle sue sculture.
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Antonio Dal Zòtto nacque a Venezia nel 1841 e visse fino al 1918, lasciando un'impronta indelebile nel mondo della scultura italiana. La sua formazione artistica iniziò nell'atelier di suo padre, un intagliatore di ornamenti in marmo, che gli fornì le prime nozioni di scultura. Questa esperienza precoce lo avvicinò al mondo dell'arte, preparandolo per una carriera di successo. La sua educazione artistica proseguì all'Accademia di Belle Arti di Venezia, dove fu allievo di illustri maestri come Luigi Borro, Michelangelo Grigoletti e Luigi Ferrari. Questo periodo di formazione fu cruciale per lo sviluppo del suo stile e delle sue tecniche scultoree. Nel 1870, Dal Zòtto raggiunse un importante traguardo professionale diventando professore di modellazione e anatomia presso la Scuola di Arte Applicata e Industria, e successivamente, nel 1879, si trasferì all'Accademia di Belle Arti di Venezia, dove insegnò per 15 anni. Durante la sua carriera, Dal Zòtto si distinse per la realizzazione di opere in stile realista, tra cui spiccano monumenti pubblici e busti in bronzo. Tra le sue opere più note vi è il monumento a Tiziano Vecellio (1880) a Pieve di Cadore, che celebra il grande pittore rinascimentale. A Venezia, realizzò il monumento a Carlo Goldoni (1883) in Campo San Bartolommeo e il monumento a Doge Sebastiano Venier (1907) nella chiesa di Santi Giovanni e Paolo. Queste opere dimostrano la sua abilità nel catturare l'essenza dei soggetti e la sua maestria nella lavorazione del bronzo. Dal Zòtto completò anche un busto di Vittorio Emanuele II per la città di Este e un monumento a Giuseppe Tartini (1896) per Pirano d'Istria. Tra i suoi busti in bronzo, si ricordano quelli di Francesco Avesani, Alvise Querini e del Generale Giuseppe Sirtori. Queste opere attestano la sua versatilità e il suo contributo alla scultura italiana dell'epoca. La vita privata di Dal Zòtto fu segnata dall'incontro con Ida Lessiak, vedova del famoso fotografo Carlo Naya, che sposò nel 1889. Ida fu una figura importante nella sua vita, non solo come compagna ma anche come musa ispiratrice. Oltre alla sua attività di scultore, Dal Zòtto fu anche un influente educatore, formando generazioni di artisti all'Accademia di Belle Arti di Venezia. La sua eredità si estende oltre le sue opere, attraverso l'impatto che ebbe sui suoi studenti e sul panorama artistico veneziano. La sua carriera fu arricchita da mostre e riconoscimenti, tra cui la sua prima mostra a Ca' Pesaro a Venezia nel 1908. Dal Zòtto lavorò anche a Roma tra il 1910 e il 1911, dimostrando la sua capacità di influenzare e essere influenzato da diversi contesti artistici italiani. Antonio Dal Zòtto morì a Venezia nel 1918, lasciando un'eredità duratura nel campo della scultura. La sua vita e il suo lavoro sono un esempio dell'impegno e della passione per l'arte, che continua a ispirare artisti e ammiratori. Le sue opere, disseminate in Italia, sono testimonianze tangibili del suo talento e della sua dedizione all'arte della scultura.