La Galleria Ponti compra opere e sculture dello scultore Domenico Diano ( Reggio Calabria 1887 - Chieti 1977 ). Forniamo informazioni su prezzi, valore attuale di mercato, quotazioni, valutazioni e stime delle sue sculture.
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Domenico Umberto Diano, nato a Reggio Calabria il 12 ottobre 1887 e deceduto a Chieti nel 1977, è stato un artista italiano che ha lasciato un'impronta significativa nel campo della scultura e dell'arte decorativa, in particolare durante gli anni Venti e Trenta del Novecento. La sua vita e la sua opera si intrecciano con la storia culturale e politica di un'Italia in rapida trasformazione, testimoniando il suo impegno civile e la sua ricerca artistica. Diano iniziò il suo percorso artistico interessandosi alle architetture classiche, che studiò e reinterpretò con una visione personale e innovativa. La sua formazione si svolse in un periodo di fervente attività edilizia, in particolare a Roma, dove si trasferì dopo aver conseguito il diploma all'Accademia di Belle Arti di Perugia nel 1880. A Roma, Diano ebbe l'opportunità di lavorare al palazzo di Giustizia, realizzando nel 1902 il gruppo allegorico e nel 1906 quello della Legge, oltre a scolpire il busto dell'ingegnere Guglielmo Calderini, progettista dell'edificio. Durante la sua carriera, Diano ebbe modo di entrare in contatto con alcuni dei più rappresentativi scultori dell'epoca e di realizzare opere importanti per figure di spicco come Papa Benedetto XV e Papa Pio XI, quest'ultimo gli affidò l'esecuzione del proprio busto nel 1922, seguito da altre commissioni di rilievo. La sua attività artistica non si limitò alla capitale, ma si estese anche in Umbria, dove realizzò monumenti ai caduti, come quelli di Spoleto e Nocera, e opere commemorative che riflettevano il suo stile e la sua capacità di interpretare il sentimento collettivo dell'epoca. Diano fu anche il primo sindaco socialista di Todi, dimostrando un impegno politico che si rifletteva nella sua arte. Nel 1910, visitò Parigi e Roma, dove ebbe modo di incontrare artisti futuristi come Balla, Boccioni e Severini. Nonostante l'influenza di questi movimenti, Diano mantenne una sua autonomia stilistica, caratterizzata da un approccio classico-verista. Partecipò a mostre importanti, come quella di Milano nel 1919 e quella di Perugia l'anno seguente, e fu nominato accademico di merito, anche se in seguito si dimise dall'incarico a causa dell'avanzare della malattia. Le sue opere sono caratterizzate da una forte componente celebrativa e da uno stile che assimila le influenze dell'ambiente libico e egiziano di sua provenienza, come dimostrato dalla sua lunga attività al Governatorato di Roma come progettista addetto al Piano Regolatore. Tra le sue realizzazioni più note, vi è l'allegoria della Vittoria come donna armata, che testimonia la sua abilità nel rappresentare temi patriottici e commemorativi. Diano è stato un artista poliedrico, capace di esprimersi attraverso diverse forme d'arte, dalla scultura monumentale all'arte decorativa. La sua opera è stata oggetto di studi e pubblicazioni che ne hanno approfondito il contributo alla cultura figurativa italiana, come il libro "Domenico Umberto Diano (1887-1977). Arte decorativa e scultura monumentale negli anni Venti e Trenta" di Anna Maria Damigella, che ricostruisce la personalità e il percorso artistico di Diano. Nonostante la sua morte nel 1977, l'eredità artistica di Domenico Umberto Diano continua a essere apprezzata e studiata, rappresentando un importante capitolo nella storia dell'arte italiana del XX secolo. Le sue opere sono conservate in diversi luoghi e collezioni, testimoniando la sua capacità di interpretare e plasmare il linguaggio artistico del suo tempo.