La Galleria Ponti compra opere e sculture dello scultore Francesco FabiAltini ( Fabriano 1830 - San Mariano 1906 ). Forniamo informazioni su prezzi, valore attuale di mercato, quotazioni, valutazioni e stime delle sue sculture.
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Francesco Fabi Altini, nato a Fabriano nel 1830 e deceduto a San Marino di Perugia nel 1906, è stato uno scultore italiano la cui vita e opera si inseriscono nel contesto artistico dell'Italia post-rinascimentale, un periodo di transizione che vedeva l'arte oscillare tra il classicismo e le prime avvisaglie del modernismo. La sua formazione artistica ha radici profonde nella tradizione scultorea italiana, avendo studiato a Roma, all'Accademia di Belle Arti, e sotto la guida di professori che lo hanno introdotto alle tecniche e agli stili che hanno caratterizzato il suo lavoro. Fabi Altini ha vissuto in un'epoca di grandi cambiamenti politici e sociali in Italia, testimoniando l'unificazione del paese e l'ascesa del Regno d'Italia. Questo contesto storico ha influenzato non solo la sua vita ma anche la sua produzione artistica, che si è spesso intrecciata con le vicende nazionali. La sua opera è caratterizzata da una profonda sensibilità verso il realismo e un'attenzione particolare alla rappresentazione emotiva dei soggetti, che spaziano da figure religiose a personaggi mitologici e storici. Tra le sue opere più note, si annovera "La Morte di Didone", conservata nella Galleria Spada, e l'"Adorazione dei Magi", situata nella Chiesa di San Francesco della Vigna. Queste opere evidenziano la sua capacità di infondere pathos e drammaticità nelle sue sculture, rendendole vive agli occhi degli osservatori. Un altro esempio significativo del suo talento è la "Madonna del Rosario con i Santi Domenico e Santa Caterina da Siena", che dimostra la sua abilità nel rappresentare la sacralità attraverso la scultura. Fabi Altini ha avuto un ruolo importante anche nella riproduzione di opere di artisti precedenti, come dimostra la sua versione de "Il Ratto di Proserpina" di Bernini, che testimonia la sua profonda ammirazione per i maestri del passato e la sua capacità di reinterpretarne le opere con sensibilità e rispetto per l'originale. Questa attitudine riflette un aspetto fondamentale della cultura artistica del suo tempo, che vedeva nella rielaborazione e nello studio dei classici un modo per perpetuare e rinnovare la tradizione artistica italiana. La sua influenza si estende anche alla formazione di altri artisti, come Michele Tripisciano, che ha lavorato nel suo studio dal 1880 al 1888. Questo periodo di apprendistato ha permesso a Tripisciano di assimilare l'approccio artistico di Fabi Altini, basato sul principio che "la scultura deve vivere", un insegnamento che ha lasciato un segno indelebile nella scuola scultorea italiana. Nonostante la sua importanza nel panorama artistico italiano, Fabi Altini non ha sempre ricevuto il riconoscimento che merita. La sua opera, tuttavia, continua a essere studiata e apprezzata per la sua capacità di coniugare tecnica scultorea e profondità emotiva, testimoniando la vitalità e la complessità dell'arte italiana nel periodo post-rinascimentale. La sua eredità vive non solo nelle sue opere ma anche nell'influenza che ha avuto su generazioni successive di artisti, che hanno trovato ispirazione nel suo impegno per un'arte che parla direttamente all'anima umana.