La Galleria Ponti compra opere e sculture dello scultore Carlo Fait ( Rovereto 1877 - Torino 1968 ). Forniamo informazioni su prezzi, valore attuale di mercato, quotazioni, valutazioni e stime delle sue sculture.
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Carlo Fait nacque a Rovereto, una piccola città situata nella regione del Trentino-Alto Adige in Italia, l'8 gennaio 1877. La sua vita e la sua carriera artistica si svolsero in un periodo di grandi cambiamenti sociali e culturali in Italia e in Europa, e il suo lavoro riflette le tensioni e le innovazioni di quel tempo. Fait fu attivo principalmente a Torino, dove si trasferì per proseguire la sua carriera e dove lasciò un'impronta indelebile nel panorama artistico della città. La formazione artistica di Fait iniziò sotto la guida di Pietro Canonica, uno scultore di grande rilievo dell'epoca, che considerava Fait non solo come il suo allievo prediletto ma anche come il suo collaboratore e sostituto. Questa relazione professionale e personale ebbe un impatto significativo sulla formazione artistica di Fait, che assimilò lo stile classico e l'arte del suo maestro, rielaborandoli attraverso un linguaggio naturalistico di impronta neobarocca. La sua opera si caratterizzava per l'adozione di uno stile che mescolava elementi greco-classici e donatelleschi, un approccio che lo distingueva nel contesto artistico del suo tempo. Nonostante il talento e la dedizione, la vita di Fait fu segnata da una serie di sfide personali e professionali. La sua relazione con Canonica divenne progressivamente più difficile, e questa tensione contribuì a un declino nella sua produzione artistica. Inoltre, Fait fu colpito da una quasi completa sordità, che isolò ulteriormente l'artista dal mondo esterno e influenzò la sua percezione e il suo approccio all'arte. Nonostante queste difficoltà, Fait riuscì a creare opere di notevole impatto emotivo e tecnico. Tra queste, "La Preda" rappresenta il capolavoro simbolista dello scultore, un'opera che racchiude in sé il senso di un'intera vita, esprimendo sia il senso artistico che quello esistenziale dell'artista. Questa scultura, insieme ad altre opere significative, è conservata nella Galleria d'Arte Moderna Ricci Oddi di Piacenza, testimoniando l'importanza e il valore del contributo di Fait all'arte italiana. La fase finale della vita di Fait fu segnata da un senso di amarezza nei confronti del mondo artistico e culturale dell'epoca, che egli percepiva come ostile verso il suo stile e i suoi valori. In una lettera al nipote nel 1957, Fait esprimeva il suo disappunto per l'attenzione rivolta a correnti artistiche come il surrealismo, il cubismo e il futurismo, che egli considerava lontane dal suo approccio classico e naturalistico all'arte. Questo senso di isolamento e incomprensione fu aggravato dalla difficoltà di relazione con Canonica e dalla progressiva sordità che lo affliggeva. Carlo Fait morì a Torino l'11 marzo 1968, lasciando dietro di sé un'eredità artistica complessa e sfaccettata. La sua opera continua a essere studiata e apprezzata per la sua capacità di esprimere la profondità dell'esperienza umana attraverso la forma scultorea. La sua vita, segnata da talento, sfide e ricerca di espressione autentica, riflette le tensioni e le contraddizioni di un'epoca di grandi cambiamenti, e il suo lavoro rimane un testimone importante dell'arte italiana del XX secolo.