La Galleria Ponti compra opere e sculture dello scultore Carlo Finelli ( Carrara 1785 - Roma 1853 ). Forniamo informazioni su prezzi, valore attuale di mercato, quotazioni, valutazioni e stime delle sue sculture.
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Carlo Finelli fu uno scultore italiano nato a Carrara il 25 aprile 1782, in una famiglia di abili scultori che aveva tra i suoi antenati anche il celebre Giuliano Finelli, scultore barocco che crebbe artisticamente nella scuola di Gian Lorenzo Bernini. Finelli fu avviato all'arte della scultura dal padre, Vitale, e già a quindici anni si distinse vincendo un importante premio per giovani talenti, che gli permise di studiare prima a Firenze e poi a Roma, dove si trasferì nel 1807 per vivere con il fratello Piero, anch'egli scultore. La sua formazione artistica fu influenzata dall'ambiente romano e dalla cerchia di artisti legati a Canova, ma Finelli cercò di sviluppare uno stile proprio, indipendente dalle regole codificate dalle grandi opere di Canova e Thorvaldsen. Il suo talento si manifestò chiaramente nella sua prima grande commissione, il fregio raffigurante il Trionfo di Giulio Cesare per gli appartamenti napoleonici nel palazzo del Quirinale. Nonostante l'ammirazione per gli aspetti formali e iconografici dell'arte di Canova e Thorvaldsen, Finelli perseguì un suo stile indipendente, caratterizzato da un'eclettica sintesi tra l'ideale classico della forma e la purezza del pensiero, che i critici riconoscevano nei "primitivi". Finelli era noto per la sua personalità complessa e talvolta controversa, che si manifestava in un atteggiamento di sfida e talvolta di rifiuto verso le opere più ammirate dei suoi contemporanei. Questo atteggiamento si tradusse in episodi come la distruzione del suo Marte, una scultura che aveva già donato all'Accademia di Belle Arti di Firenze, ma che riprese con la scusa di ritoccarla, per poi distruggerla. Subì la stessa sorte un gruppo di bozzetti e altre sculture in marmo, come due sculture di Venere e un Paride. Nel suo testamento, ordinò la distruzione di tutti i modelli in gesso del suo studio, ad eccezione del gruppo delle Ore Danzanti, che intendeva donare all'Accademia di Belle Arti di Carrara. Tra le sue opere più ammirabili, si deve menzionare il gruppo delle Ore Danzanti, ispirato alle Tre Grazie di Canova, e il gruppo delle Tre Grazie, considerato il suo capolavoro "più perfetto". Quest'ultimo, caratterizzato da un "non finito" che ne aumentava l'attrattiva per la delicatezza delle forme, fu realizzato in una seconda versione in gesso che Finelli distrusse nel 1833, decidendo poi di lavorare direttamente sul marmo "alla prima". Finelli ebbe un ruolo importante sulla scena artistica romana e internazionale nella prima metà del XIX secolo, ricevendo numerose commissioni, principalmente da ricchi russi e inglesi. Tra queste, si ricordano i busti in marmo di Ghiberti, Ariosto e Masaccio, realizzati su consiglio di Canova. La sua fama e il suo talento lo portarono a essere apprezzato anche da un pubblico internazionale. Carlo Finelli morì nel suo studio romano il 6 settembre 1853, lasciando dietro di sé un'eredità artistica di grande valore, nonostante la sua tendenza a distruggere le proprie opere. La sua vita e il suo lavoro sono stati oggetto di studi e pubblicazioni che hanno contribuito a mantenere vivo l'interesse per la sua figura e per la sua arte.