La Galleria Ponti compra opere e sculture dello scultore Lelio Gelli ( Firenze 1902 - Napoli 1975 ). Forniamo informazioni su prezzi, valore attuale di mercato, quotazioni, valutazioni e stime delle sue sculture.
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Lelio Gelli fu uno scultore italiano di rilievo, nato a Firenze il 23 dicembre 1902. La sua formazione artistica iniziò sotto la guida di Libero Andreotti presso l'Istituto d'Arte di Firenze, dove in seguito divenne insegnante dal 1927 al 1938. La sua carriera didattica proseguì all'Istituto d'Arte di Napoli, dove dal 1938 fino al 1973 tenne la cattedra di scultura. Gelli fu un artista che seppe coniugare la tradizione scultorea toscana con le correnti artistiche del suo tempo. La sua opera si caratterizzò per un naturalismo sobrio e composto, che rifletteva una grande eleganza formale. Questo stile fu particolarmente evidente nei suoi ritratti e nelle sue sculture in terracotta e marmo, che emanavano un pacato sentimento poetico. La carriera espositiva di Gelli iniziò con partecipazioni a mostre regionali in Toscana a partire dal 1927. Il suo debutto nazionale avvenne nel 1929 a Milano, alla II Mostra del Novecento Italiano, dove presentò la scultura "Testa di ragazzo", oggi conservata nella Gipsoteca Libero Andreotti a Pescia. Quest'opera rifletteva l'influenza del suo maestro Andreotti, con il quale Gelli condivise un approccio alla scultura che valorizzava la forma e la composizione. Nel corso della sua carriera, Gelli partecipò a numerose edizioni della Biennale di Venezia, dalla XVII edizione del 1930 fino alla XXIII edizione del 1942. In queste occasioni espose diverse opere, tra cui la scultura in terracotta "Ritratto di ragazzo" e "Vittoria". Alla II Mostra Quadriennale d'Arte Nazionale di Roma del 1935, presentò le sculture in terracotta "Giovane danzatrice" e "Orsetta", e continuò a partecipare a questa mostra fino alla VI edizione del 1951. Gelli fu anche attivo a livello internazionale, esponendo in diverse rassegne estere, tra cui l'Esposizione d'Arte Italiana a Budapest nel 1936, l'Esposizione di Berlino nel 1937 e l'Esposizione Universale di Parigi nello stesso anno. Durante il regime fascista, Gelli fu invitato a modellare un bozzetto di una Vittoria per un monumento a Littoria o Sabaudia, offerto a Mussolini. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, Gelli lavorò principalmente a Napoli, dove si dedicò anche a soggetti di carattere sacro. Tra le sue opere più note di questo periodo, si ricorda il grande bassorilievo in pietra serena collocato nel 1953 sull'altare della Cappella dedicata ai Caduti nella Chiesa di Santa Chiara a Napoli. Gelli fu un maestro per molti artisti, tra cui Guido Tatafiore, Giuseppe De Siato e Alfonso De Siena. La sua influenza si estese anche oltre i confini della scuola napoletana, come dimostra il fatto che Vincenzo Gaetaniello, uno dei suoi allievi, divenne un noto scultore e docente di lavorazione della pietra e disegno dal vero. Lelio Gelli morì a Napoli il 27 gennaio 1975, lasciando un'eredità artistica significativa e un'impronta indelebile nella scultura italiana del Novecento. La sua opera continua a essere esposta e studiata, e le sue sculture sono presenti in collezioni pubbliche e private, testimoniando la sua abilità nel catturare l'essenza umana attraverso la forma scultorea.