La Galleria Ponti compra opere e sculture dello scultore Romeo Gregori ( Carrara 1900 - Roma 1940 ). Forniamo informazioni su prezzi, valore attuale di mercato, quotazioni, valutazioni e stime delle sue sculture.
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Romeo Gregori, nato a Carrara il 4 gennaio 1900 e deceduto a Roma il 28 marzo 1940, è stato uno scultore italiano le cui opere hanno lasciato un segno indelebile nel panorama artistico del Novecento, in particolare durante il periodo fascista. La sua vita, intrisa di arte e di impegno politico, si svolge in un'epoca di grandi cambiamenti, tra le due guerre mondiali, un periodo in cui l'arte e la politica spesso si intrecciavano. Gregori inizia il suo percorso artistico all'età di quindici anni, frequentando l'Accademia di Belle Arti di Carrara sotto la guida di Carlo Fontana, un maestro che lo introduce alle tecniche scultoree e alla lavorazione del marmo, materiale che caratterizzerà gran parte delle sue opere. La sua formazione a Carrara non è solo tecnica ma anche ideologica, poiché l'ambiente artistico di quel periodo è fortemente influenzato dalle correnti politiche del tempo, in particolare dal fascismo. Durante la sua carriera, Gregori si distingue per la capacità di fondere l'arte con il messaggio politico, diventando uno degli esponenti di spicco dell'arte legata alla propaganda di regime. Le sue sculture, infatti, riflettono l'ideologia fascista attraverso la rappresentazione di figure eroiche, atleti e lavoratori, simboli di forza, virilità e dedizione al lavoro e alla patria. Tra le sue opere principali si ricordano "Il Cavatore apuano" (1931), "Il Mietitore" (1935), "Il Riposo del Pastore" (1936) e "Il Nuotatore" (1939), che evidenziano la sua predilezione per temi legati al lavoro, allo sport e alla vita rurale, interpretati con uno stile che oscilla tra il realismo e l'idealizzazione. La sua opera "Testa di Boxeur" (1934), una terracotta firmata che ha partecipato alla Biennale di Venezia, rappresenta un esempio emblematico del suo interesse per lo sport e per la figura dell'atleta come incarnazione dei valori fascisti. Questa scultura, insieme ad altre opere di Gregori, ha contribuito a definire l'estetica dell'arte sportiva fascista, un genere che mirava a celebrare la fisicità e la disciplina come mezzi per forgiare l'individuo e la società secondo i principi del regime. Nonostante la sua adesione all'ideologia fascista, Gregori non si limita a produrre opere di propaganda. La sua ricerca artistica è animata da una profonda sensibilità e da un interesse per l'esplorazione delle potenzialità espressive della scultura. La sua attenzione alla forma, alla luce e all'ombra, così come la sua capacità di catturare l'essenza dei suoi soggetti, lo rendono una figura di spicco nell'arte italiana del suo tempo. La morte prematura di Romeo Gregori, avvenuta a Roma nel 1940 all'età di quaranta anni, interrompe bruscamente la sua carriera. Nonostante ciò, il suo lascito artistico continua a essere oggetto di studio e di ammirazione. Le sue sculture, esposte in musei e collezioni private, testimoniano la complessità e la ricchezza dell'arte italiana del Novecento, in un periodo storico segnato da profondi conflitti e trasformazioni. In conclusione, Romeo Gregori emerge come una figura emblematica dell'arte italiana del ventesimo secolo, un artista capace di navigare le acque turbolente della politica e della società del suo tempo, lasciando un'impronta indelebile attraverso le sue opere. La sua arte, intrisa di ideali fascisti ma anche di una ricerca personale e di un'espressione autentica, offre uno spaccato significativo dell'epoca in cui ha vissuto e lavorato, riflettendo le tensioni e le aspirazioni di un'intera generazione.