La Galleria Ponti compra opere e sculture dello scultore Francesco Jerace ( Polistena 1854 - Napoli 1937 ). Forniamo informazioni su prezzi, valore attuale di mercato, quotazioni, valutazioni e stime delle sue sculture.
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Francesco Jerace fu uno scultore italiano di grande talento e riconoscimento, nato il 26 luglio 1853 a Polistena, in Calabria, nel Regno delle Due Sicilie. La sua formazione artistica iniziò sotto la guida del nonno, anch'egli scultore, e proseguì a Napoli, dove frequentò l'Accademia di Belle Arti sotto la tutela di Tito Angelini. La sua carriera artistica prese il volo nel 1878, quando espose le sculture "Eva e Lucifero" e "Guappatiello" (Ragazzo di strada napoletano) all'Esposizione Napoletana. Nel 1880, Jerace si distinse all'Esposizione Nazionale di Torino con le opere "Victa" (busto), "Marion" e "I Legionari di Germanico". Quest'ultima scultura, in particolare, fu interpretata dal critico Salazar come una risposta al Hermannsdenkmal, un monumento tedesco dedicato ad Arminio, il generale germanico che sconfisse i Romani nella Battaglia della foresta di Teutoburgo. La figura di Germanico era vista come la risposta di Augusto alla sconfitta e alla perdita delle aquile legionarie, guadagnandosi l'appellativo di "Vendicatore di Varro". La scultura raffigurava un soldato che suona una tromba, un altro che alza una bandiera e un terzo che incide sulla pietra la sconfitta della Germania, circondati dal bottino di guerra. Quest'opera vinse il primo premio a Torino. Nel 1894, Jerace presentò una scultura di Vittoria Colonna all'Esposizione dell'Accademia di Brera e, l'anno successivo, una controversa scultura di Beethoven all'Esposizione Internazionale di Venezia. Quest'ultima opera, ora conservata nel chiostro del Conservatorio di Musica San Pietro a Majella, raffigura il compositore disteso su un grande masso grezzo, con uno sguardo inquieto rivolto verso l'orizzonte e una composizione musicale sparsa sulla roccia. Nel 1899, Jerace sposò la Principessa Vittoria Eisner Von Eisenhof, che divenne la sua musa ispiratrice per molte opere successive. Da lei acquisì il titolo di Principe Margravio, che mantenne fino alla sua morte, e quello di Nobile di Eisenhof. Dalla famiglia Morani ricevette anche il titolo di Nobile dei Baroni di Gagliato. Tra le sue opere più note, il Monumento a Donizetti, inaugurato nel 1897 a Bergamo, raffigura il compositore seduto su una panchina vuota, immerso nella composizione, mentre ascolta una musa lirica che gli sta accanto. Jerace contribuì anche al Monumento a Vittorio Emanuele II, celebrando l'unificazione dell'Italia, e scolpì una statua di Vittorio Emanuele II per la facciata del Palazzo Reale di Napoli. Realizzò inoltre un monumento all'astronoma e matematica inglese Mary Somerville nel cimitero protestante di Napoli e completò una serie di bassorilievi per chiese e monumenti. Jerace lasciò il segno in molte città europee, tra cui Londra, Varsavia, Berlino, Dublino e Vienna, con oltre cinquanta monumenti, opere di argenteria e decorazioni, e una ventina di busti. Tra i monumenti da lui scolpiti si ricordano quelli dedicati al compositore e pianista Martucci a Capua, al politico e avvocato Pietro Rosano ad Aversa, al musicista Domenico Cimarosa e ai Caduti della prima guerra mondiale, sempre ad Aversa, e a Umberto I a Pizzo Calabro. A Reggio Calabria, Jerace realizzò numerosi monumenti e sculture, tra cui il Monumento ai caduti di tutte le guerre, il pulpito marmoreo con le palme e le sculture di San Paolo e Santo Stefano di Nicea presso il Duomo, e il Monumento a Giuseppe De Nava. Nel Duomo di Napoli scolpì due episodi storico-religiosi: il Martirio di San Gennaro e l'episodio del Miracolo delle Reliquie durante un'eruzione del Vesuvio. Francesco Jerace morì a Napoli il 18 gennaio 1937, lasciando un'eredità artistica di inestimabile valore. Fu professore all'Istituto di Belle Arti di Napoli e, insieme al fratello Vincenzo, anch'egli scultore, contribuì significativamente al panorama artistico italiano e internazionale.