La Galleria Ponti compra opere e sculture dello scultore Leo Lentelli ( Bologna 1879 - Roma 1961 ). Forniamo informazioni su prezzi, valore attuale di mercato, quotazioni, valutazioni e stime delle sue sculture.
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Giustino Leone fu uno scultore di notevole talento, la cui opera e vita si inseriscono nel contesto artistico della Napoli del XIX secolo, un periodo caratterizzato da ferventi attività culturali e da un rinnovato interesse per le arti. Nato in una data non precisata, Leone si formò presso l'Accademia napoletana di Belle Arti, un'istituzione che all'epoca giocava un ruolo cruciale nella formazione degli artisti e nella promozione delle arti nella città di Napoli e oltre. La sua educazione artistica all'Accademia gli fornì le basi tecniche e teoriche necessarie per sviluppare il suo stile personale e per inserirsi nel panorama artistico dell'epoca. Leone si distinse per la sua abilità nella scultura, un campo in cui riuscì a esprimere pienamente il suo talento e la sua sensibilità artistica. Le sue opere sono caratterizzate da una profonda attenzione al dettaglio, da una ricerca della perfezione formale e da una capacità di catturare l'essenza dei soggetti rappresentati. Queste qualità gli permisero di guadagnarsi il rispetto e l'ammirazione dei suoi contemporanei e di lasciare un segno indelebile nel panorama artistico napoletano. Nonostante la sua indubbia maestria, le informazioni sulla vita e sulle opere di Giustino Leone sono piuttosto scarse e frammentarie, il che rende difficile ricostruire con precisione l'intero arco della sua carriera artistica. Tuttavia, è noto che fu attivo principalmente a Napoli, dove realizzò diverse opere che gli valsero il riconoscimento sia a livello locale che nazionale. La sua produzione artistica includeva sia opere commissionate da privati che da enti religiosi, dimostrando la sua versatilità e la sua capacità di adattarsi a diversi contesti e richieste. Una delle sue opere più note è la statua raffigurante il mitologico episodio del rapimento del Palladio, realizzata nel 1836. Quest'opera, incisa da Beniamino Del Vecchio e disegnata da Giuseppe Mancinelli, testimonia l'abilità di Leone nel rappresentare scene complesse e cariche di emotività, catturando l'attenzione dello spettatore e trasportandolo all'interno della narrazione mitologica. La scelta del soggetto, legato alla mitologia e alla storia antica, riflette inoltre l'interesse dell'epoca per il classicismo e per i valori estetici e culturali dell'antichità, che Leone seppe interpretare con originalità e maestria. Nonostante la sua morte, avvenuta nella prima metà del XIX secolo, l'eredità artistica di Giustino Leone continua a vivere attraverso le sue opere, che rimangono testimonianza del suo talento e della sua dedizione all'arte della scultura. La sua capacità di dare forma alla pietra e di infondere vita nelle sue creazioni lo rende una figura di spicco nel panorama artistico del suo tempo, un artista che, nonostante le sfide e le limitazioni imposte dalla scarsità di documentazione storica, ha lasciato un'impronta indelebile nella storia dell'arte italiana.