La Galleria Ponti compra opere e sculture dello scultore Andrea Malfatti ( Mori 1832 - Trento 1917 ). Forniamo informazioni su prezzi, valore attuale di mercato, quotazioni, valutazioni e stime delle sue sculture.
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Andrea Malfatti fu uno scultore italiano di rilievo, nato il 7 maggio 1832 a Mori, nel Trentino, da una famiglia di umili condizioni economiche. Suo padre, Francesco, era sagrestano della pieve e sua madre, Caterina Boschetti, proveniva dalla famiglia di Angelo Boschetti. La sua infanzia fu trascorsa nel paese natale, dove ricevette la prima educazione artistica sotto la guida del Pievano di Mori, don Antonio Moar, che riconobbe nel giovane Andrea doti eccezionali. Grazie all'interessamento di don Antonio e al sostegno economico della nobildonna Margherita Salvetti Cloz, Malfatti poté frequentare la scuola comunale di disegno a Trento. Dopo aver brillantemente terminato gli studi, sempre con l'aiuto della nobildonna, si trasferì a Milano per frequentare l'Accademia di Belle Arti di Brera. Qui, seguì i corsi tenuti da Benedetto Cacciatori, uno scultore toscano di formazione neoclassica, e si inserì in un ambiente artistico in continua evoluzione, vivendo gli anni più fecondi della sua carriera. Durante la sua formazione a Brera, Malfatti venne influenzato da artisti del calibro di Vincenzo Vela, Pietro Magni, Antonio Tandardini e Francesco Barzaghi, con il quale strinse una profonda amicizia e stima reciproca. La sua arte si caratterizzò per un'impronta realista, che rifletteva le tendenze artistiche milanesi della seconda metà dell'Ottocento. Nel 1861, dopo aver completato la sua formazione, Malfatti tornò a Trento dove aprì uno studio e iniziò a lavorare come scultore in marmo. Tra i suoi primi lavori si annovera "L'ebbrezza" del 1861, una scultura verista raffigurante una donna nuda e ubriaca. In questo periodo, Malfatti fu anche coinvolto in attività patriottiche, che lo portarono ad essere arrestato due volte e rinchiuso nel carcere di Innsbruck, a causa del suo sostegno ai tentativi di liberare il Trentino dal dominio austriaco. Dopo la scarcerazione, Malfatti tornò a Milano, dove rimase fino al 1892, eseguendo alcune delle sue opere migliori. Durante questo periodo, realizzò sculture di notevole impatto, tra cui il monumento funebre di Andrea Maffei e un medaglione marmoreo raffigurante Antonio Rosmini. La sua produzione artistica fu influenzata dalla situazione storico-politica del Trentino, che spesso lo costrinse a subire la censura austriaca per il carattere patriottico delle sue opere. Nel 1892, Malfatti fece ritorno definitivo a Trento, dove la sua arte continuò ad essere apprezzata nonostante la graduale uscita di scena dalla ribalta nazionale. Tra le sue opere più significative di questo periodo, si ricorda il gruppo statuario in gesso patinato a finto bronzo raffigurante Dante Alighieri, che illustra il Sommo Poeta come educatore, insegnante la lingua italiana a un giovane pastore delle montagne trentine. Malfatti donò molte delle sue opere in gesso al Municipio di Trento già nel 1912, che sono conservate al Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto (Mart). Queste opere sono state valorizzate in una mostra a cura dell'architetto Michelangelo Lupo, con l'intento di far luce sull'opera di questo artista locale dalla carriera di primo piano, ma ancora poco conosciuto. Andrea Malfatti morì il 9 febbraio 1917 a Trento, lasciando un'eredità artistica significativa che testimonia il suo contributo alla scultura italiana dell'Ottocento. La sua vita e la sua opera sono state oggetto di studi e pubblicazioni che ne hanno approfondito il valore e l'importanza nel panorama artistico dell'epoca.