La Galleria Ponti compra opere e sculture dello scultore Vitaliano Marchini ( Melegnano 1888 - Mergozzo 1971 ). Forniamo informazioni su prezzi, valore attuale di mercato, quotazioni, valutazioni e stime delle sue sculture.
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Vitaliano Marchini fu uno scultore italiano di grande talento e rilevanza nel panorama artistico del Novecento. Nato a Melegnano, vicino a Milano, nel 1888, Marchini crebbe in un contesto di umili origini, figlio di Angelo, un cordaio, e di Maria Stella Maestri, una cucitrice. Orfano di madre in giovane età, Marchini si trasferì a Milano dove iniziò a lavorare come garzone di bottega, un'esperienza che segnò i suoi primi passi nel mondo dell'arte. Nonostante le difficoltà iniziali e la mancanza di una formazione accademica formale, Marchini mostrò un talento naturale per la scultura. La sua carriera artistica ebbe inizio quando entrò nello studio di Luigi Panzeri come assistente di bottega. Fu proprio in questo periodo che iniziò a partecipare a mostre e a farsi notare dalla critica, debuttando a Milano alla Permanente nel 1906. Il suo talento fu presto riconosciuto e premiato: nel 1910 vinse il Premio Tantardini alla Esposizione Nazionale di Brera con l'opera "Prime Fatiche", e due anni dopo, sempre a Brera, ottenne il Premio Fumagalli di scultura con il gruppo bronzeo "Piccola Madre". Questi successi gli aprirono la strada per una carriera di successo e la possibilità di esporre in contesti prestigiosi come la Biennale di Venezia, dove partecipò per la prima volta nel 1914 con "Prova d'Artista". Durante la Prima Guerra Mondiale, Marchini si arruolò nell'esercito italiano, servendo prima nel 7° reggimento di fanteria e poi nelle truppe alpine. Questa esperienza influenzò profondamente la sua arte, come si può vedere nell'opera "Ardito", un ritratto maschile in marmo bianco datato 1919, che potrebbe riferirsi agli "arditi", un corpo di fanteria eroico attivo durante la guerra. Dopo il conflitto, Marchini continuò a sviluppare il suo stile, influenzato dall'arte raffinata di Adolfo Wildt, ma anche capace di esprimere una propria voce artistica. Nonostante l'iniziale influenza di Wildt fosse stata criticata per il suo "manierismo", Marchini riuscì a stabilire la sua reputazione come scultore di talento. Nel 1920, espose l'opera "Bimbo Malato" alla Biennale di Venezia e nel 1932 ebbe l'onore di presentare sedici lavori in una mostra personale alla 18ª edizione della Biennale. Oltre alla scultura, Marchini si dedicò anche all'insegnamento, diventando docente al liceo artistico di Milano. La sua influenza come educatore e artista si estese ben oltre i confini della sua città natale, contribuendo a formare le generazioni future di artisti italiani. Nel corso della sua carriera, Marchini ricevette numerosi incarichi per opere di tema religioso, tra cui la scultura dei Santi Gervasio e Protasio, e fu apprezzato per la sua capacità di lavorare con diversi materiali come il marmo, il legno e la creta. La sua opera "La guarigione del cieco" è un esempio della sua abilità nel rappresentare temi religiosi con una sensibilità moderna e personale. Marchini fu anche un punto di riferimento per l'arte lombarda, lasciando un'eredità di opere significative come "La condanna di Caino", "L'arcangelo Gabriele" e "San Sebastiano". Vitaliano Marchini morì a Verbania nel 1971, ma la sua arte continua a vivere attraverso le sue sculture e il suo impatto sull'arte italiana. La sua vita e il suo lavoro sono stati oggetto di studi e mostre, e le sue opere sono conservate in collezioni pubbliche e private, testimoniando la sua importanza nel panorama artistico del suo tempo.