La Galleria Ponti compra opere e sculture dello scultore Silverio Montaguti ( Castelfranco Emilia 1870 - Bologna 1940 ). Forniamo informazioni su prezzi, valore attuale di mercato, quotazioni, valutazioni e stime delle sue sculture.
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Silverio Montaguti, nato il 2 giugno 1870 e deceduto il 25 dicembre 1947, è stato un eclettico scultore italiano che ha lasciato un'impronta indelebile nella scena culturale di Bologna durante la prima metà del XX secolo. La sua formazione artistica si svolse presso l'Accademia di Belle Arti di Bologna, dove ebbe come maestri Silvio Gordini ed Enrico Barberi, diplomandosi in scultura nel 1897. La sua carriera fu segnata da numerosi riconoscimenti, tra cui la vittoria del Premio Curlandese nel 1903 con il bassorilievo "L'aratura", e successivamente, la conquista per due volte del primo premio in scultura presso l'Associazione per le Arti Francesco Francia. Montaguti era noto per la sua capacità di creare una sintesi plastica raffinata nelle sue opere, rielaborando costantemente il realismo ottocentesco con i diversi linguaggi artistici del suo tempo. Questa abilità si manifestava in modo particolare nelle sue commissioni private realizzate per il cimitero di Bologna, dove l'essenzialità dei medaglioni ritratto si alterna al pregevole e vigoroso modellato delle tombe di famiglie illustri come De Napoli, Zamorani, Zironi e Rimini. La sua opera "Le Marie al sepolcro di Cristo", realizzata nel 1905 per la famiglia De Napoli, è un esempio emblematico di come Montaguti riuscisse a unire un rigore compositivo di marca ottocentesca con elementi aggiornati alla nuova maniera liberty-simbolista. Oltre alle sue opere funerarie, Montaguti è ricordato per le sue sculture pubbliche, tra cui spiccano le due fontane con satiri e ninfe per il Mercato delle Erbe a Bologna, ora situate a Porta Galliera. Queste opere, realizzate nel 1910, combinano un senso classico del modellato con l'ironia del racconto, esaltata dai maliziosi giochi d'acqua e dagli atteggiamenti licenziosi delle figure. Nel novembre del 1913, Montaguti realizzò anche le targhe commemorative di Richard Wagner e Giuseppe Verdi, collocate nell'atrio del Teatro Comunale di Bologna. In queste opere, l'artista oppose alla posa convenzionale dei busti una modellazione liberty con accenti espressionistici, dimostrando la sua attenzione conservativa verso il patrimonio artistico della propria città. La versatilità di Montaguti si estendeva anche al restauro, come dimostrato dal suo coinvolgimento nel restauro del "Compianto sul Cristo morto" di Niccolò dell'Arca nel 1914, e all'insegnamento, essendo stato un rispettato docente non solo in ambito accademico. Le sue opere riflettono un sagace e sensibile interprete della realtà del suo tempo, che affiancava al duro realismo dei temi sociali soluzioni intimiste di gusto liberty e simbolista, con una costante attenzione al mondo dell'infanzia e degli affetti familiari. Nonostante la sua importanza nel panorama artistico bolognese e italiano, Montaguti rimane una figura poco valorizzata. Tuttavia, il suo contributo all'arte scultorea del Novecento, caratterizzato da un linguaggio artistico influenzato dalle opere di Rodin e Bistolfi e basato sul solido insegnamento di Enrico Barberi, continua a essere oggetto di studio e ammirazione. Le sue opere, presenti in numerose collezioni private e pubbliche, tra cui il cimitero bolognese della Certosa, testimoniano la sua maestria nel modellare il bronzo e la sua capacità di esprimere, attraverso la scultura, le complesse sfumature dell'esistenza umana.