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Giacomo Moreno, nato a Ceriale, nel Savonese, intorno al 1832 e deceduto nel 1910, è stato uno scultore italiano che ha lasciato un'impronta indelebile nel panorama artistico del suo tempo, specialmente nel campo della scultura funeraria. La sua vita e la sua opera si intrecciano strettamente con la città di Genova e il suo celebre Cimitero di Staglieno, dove molte delle sue opere sono ancora oggi ammirate per la loro profonda espressività e maestria tecnica. Moreno crebbe in una famiglia che inizialmente avrebbe preferito vederlo dedicarsi all'agricoltura, ma le sue precoci doti artistiche lo portarono a intraprendere un percorso differente. Ottenne di frequentare l'Accademia Ligustica di Genova, dove la sua presenza è attestata fin dal 1852. Qui seguì i corsi di scultura di Santo Varni, un maestro che avrebbe avuto un'influenza significativa sul suo sviluppo artistico. In data imprecisata, Moreno si sposò con Cristina Castellano, con cui condivise la sua vita. La carriera artistica di Moreno prese avvio alla fine degli anni Cinquanta dell'Ottocento, con una serie di Putti che riscossero il favore della committenza. La sua abilità come ritrattista gli permise di esporre con continuità alle mostre della Promotrice di Genova, dove presentava ritratti e busti in marmo che riscuotevano un buon successo. Questa fase iniziale della sua carriera fu segnata da un'attività feconda e da un riconoscimento crescente nel contesto artistico genovese. Moreno si distinse per la sua eccellente abilità nel lavorare il marmo, una competenza che lo rese molto ricercato sia in Liguria che all'estero, soprattutto in Sud America, dove ottenne importanti commissioni. La sua produzione funeraria, in particolare, è improntata alla corrente del realismo borghese, della quale divenne presto uno dei principali interpreti. Questo stile si caratterizzava per l'abbandono della rappresentazione dei significati trascendenti a favore di un maggiore dettaglio nel contesto della vita terrena del defunto e dei suoi affetti. Tra le sue opere più note, realizzate per il Cimitero di Staglieno, figurano le tombe Amerigo (1890), Badaracco (1878), De Barbieri (1887) e Carolina Gallino (1894). Queste opere testimoniano la sua capacità di affrontare con modernità il tema del compianto borghese dei morti, esprimendo attraverso il marmo emozioni profonde e universali. La Tomba Carolina Gallino, in particolare, rappresenta un esempio emblematico del suo approccio innovativo e della sua sensibilità artistica. Nonostante la sua notorietà e il successo, Moreno rimase fedele alla sua terra natale e al contesto culturale ligure, contribuendo significativamente all'arte scultorea della regione tra il 1850 e il 1950. La sua opera è stata riconosciuta e apprezzata anche a livello internazionale, come dimostrano le numerose commissioni ricevute dall'estero. Giacomo Moreno non fu solo un artista di talento, ma anche un interprete sensibile del suo tempo, capace di cogliere e rappresentare le sfumature dell'animo umano attraverso la scultura. La sua eredità artistica continua a vivere nelle sue opere, che rimangono testimoni silenziosi ma eloquenti di un'epoca e di un approccio alla scultura che ha saputo unire tecnica impeccabile e profonda espressività emotiva.