La Galleria Ponti compra opere e sculture dello scultore Giulio Moschetti ( Ascoli Piceno 1847 - 1909 ). Forniamo informazioni su prezzi, valore attuale di mercato, quotazioni, valutazioni e stime delle sue sculture.
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Giulio Moschetti, nato il 26 maggio 1847 ad Ascoli Piceno e deceduto l'8 dicembre 1909 a Catania, è stato uno scultore italiano di rilevante importanza, soprannominato "lo scultore del Mediterraneo" per la sua prolifica attività in questa regione geografica. La sua vita e la sua arte si intrecciano con la storia e la cultura del suo tempo, lasciando un'impronta indelebile nel panorama artistico italiano. Moschetti nacque in una famiglia modesta, figlio di Antonio e Persia Barmioli. La sua infanzia fu segnata da un temperamento vivace e irrequieto, che si manifestò anche durante la sua formazione scolastica presso le scuole pubbliche tenute dai Gesuiti. La sua intelligenza vivace e la sua natura irrequieta lo portarono a essere espulso dalla scuola per aver realizzato una caricatura del suo maestro, padre Andreucci. Nonostante questo, il giovane Giulio mostrò un precoce talento per la scultura, modellando con abilità la creta, tanto che il padre decise di sottoporre i suoi lavori a Giorgio Paci, uno scultore neoclassico ascolano, che lo prese sotto la sua ala. Moschetti iniziò così il suo percorso artistico, che lo portò giovanissimo a Roma intorno al 1864, dove frequentò l'Accademia di San Luca. A Roma, Moschetti si immerse in un ambiente culturale fervente, collaborando come disegnatore umorista a diversi giornali, tenendo conferenze e imparando a suonare il pianoforte, il violino e la chitarra, oltre a praticare la scherma. La sua personalità geniale e la sua esuberanza gli aprirono le porte dei più importanti salotti romani, dove era molto apprezzato anche dal gentil sesso. Tuttavia, la vita disordinata e le baldorie di Moschetti lo portarono a indebitarsi e a rovinarsi la salute. Su consiglio del chirurgo ascolano, decise di trasferirsi a Catania nel 1878, attratto dal clima mite della città siciliana, che si sperava potesse giovare alla sua salute cagionevole, afflitta da problemi cardiaci e asma. A Catania, Moschetti intraprese una serie di lavori che lo resero celebre. Tra questi, spiccano le sue opere per il Teatro Massimo Bellini, dove realizzò busti di illustri compositori e l'orologio aureo adornato da puttini. La sua fama crebbe ulteriormente quando venne incaricato di realizzare la Fontana di Diana a Siracusa e la Fontana di Proserpina a Catania, opere che mostrano il suo eclettismo stilistico e la sua capacità di fondere il naturalismo con lo stile floreale, rendendo omaggio ai miti classici. Nonostante il successo, la vita personale di Moschetti fu segnata da difficoltà economiche e da una salute sempre più precaria. Il suo stile di vita disordinato e la sua tendenza a dissipare rapidamente i guadagni lo portarono spesso a situazioni di debito. Tuttavia, la sua arte non ne risentì, e continuò a ricevere commissioni importanti, che lo portarono anche a lavorare a Malta, dove realizzò opere per la chiesa del Nazareno e un monumento al vescovo Sciluna nella cattedrale di La Valletta. La sua figura è stata oggetto di studio e ammirazione, tanto che nel 1954, in occasione di una celebrazione in suo onore, venne posta una targa marmorea sulla facciata della sua casa natale. Il suo biografo, Riccardo Gabrielli, ha lasciato una monografia dettagliata sulla sua vita e le sue opere, che rimane una fonte preziosa per comprendere la complessità e il talento di questo artista. Giulio Moschetti morì a Catania nel 1909, lasciando un'eredità artistica di grande valore. Il figlio Mario Moschetti seguì le orme paterne, diventando anch'egli uno scultore apprezzato. La vita e l'opera di Giulio Moschetti continuano a essere celebrate e studiate, testimoniando il suo contributo significativo all'arte scultorea italiana e mediterranea.