La Galleria Ponti compra opere e sculture dello scultore Urbano Nono ( Venezia 1849 - Longarone 1925 ). Forniamo informazioni su prezzi, valore attuale di mercato, quotazioni, valutazioni e stime delle sue sculture.
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Urbano Nono, nato a Venezia il 5 gennaio 1849 e deceduto a Longarone nel 1925, è stato uno scultore italiano che ha lasciato un'impronta significativa nell'arte del suo tempo. La sua vita e la sua carriera artistica si intrecciano con la storia e l'evoluzione della scultura italiana di fine Ottocento e inizio Novecento, periodo in cui l'Italia stava cercando la propria identità artistica tra tradizione e innovazione. Figlio del bergamasco Francesco Luigi e di Rosa Della Savia, originaria di Udine, Urbano era il fratello maggiore del pittore Luigi Nono. La famiglia si trasferì a Sacile nel 1851, dove Urbano compì gli studi tecnici a Treviso, per poi rientrare nella cittadina friulana. La sua carriera artistica iniziò relativamente tardi, dopo aver lavorato fino all'età di trentacinque anni nello studio di un ingegnere. La svolta avvenne quando, incoraggiato dall'amico scultore Enrico Chiaradia, scoprì le sue innate doti artistiche modellando con la creta la testa di suo padre. Il suo esordio ufficiale nel mondo dell'arte avvenne all'Esposizione di Milano del 1885, dove presentò la sua prima scultura, "A rimbalzello", che raffigura un ragazzo nudo intento a far rimbalzare un sasso sull'acqua. Quest'opera, che ottenne il premio Principe Umberto, è emblematica del suo stile naturalistico, caratterizzato da un vivace realismo plastico e da un'attenzione ai dettagli quotidiani e alle pose estemporanee. Durante la sua carriera, Urbano Nono partecipò a numerose esposizioni nazionali e internazionali, ottenendo riconoscimenti e successi. Tra le sue opere più note vi sono il "Belisario", esposto a Venezia e Monaco, e il monumento a Daniele Manin a Firenze. Il "Belisario", in particolare, è un gruppo scultoreo che rappresenta il generale bizantino cieco e mendicante, accompagnato dalla figlia, in una chiave di realismo intensamente emotivo e sociale. Nono fu anche coinvolto in progetti di grande rilievo, come l'esecuzione della facciata del Palazzo dell'Esposizione per la I Esposizione internazionale d'arte di Venezia nel 1895, per cui realizzò la scultura "Gloria". Questo incarico testimonia il suo ruolo attivo nel panorama artistico veneziano e la sua capacità di contribuire a progetti di grande importanza culturale e simbolica. La sua produzione artistica spazia dalla scultura di genere alla scultura storica, sacra, monumentale e funeraria, dimostrando una versatilità e una fedeltà alla realtà in tutte le sue sfaccettature. Le sue opere trasmettono emozioni profonde, come la simpatia e la commozione, anche nei soggetti di genere meno impegnativi, fino a colpire con sculture più classiche come l'"Allegoria" presentata all'Esposizione di Verona del 1900. Urbano Nono continuò a lavorare fino alle soglie degli anni Venti, lasciando un'eredità artistica di grande valore. La sua morte a Longarone nel 1925 segnò la fine di un'epoca per la scultura italiana, ma il suo lavoro continua a essere apprezzato e studiato per la sua capacità di catturare l'essenza dell'umanità attraverso la forma scultorea. La sua vita e le sue opere rimangono un esempio significativo dell'arte italiana di transizione tra il XIX e il XX secolo, testimoniando la ricerca di un equilibrio tra l'adesione alla tradizione e l'apertura verso nuove espressioni artistiche.