La Galleria Ponti compra opere e sculture dello scultore Lorenzo Orengo ( Genova 1838 - 1909 ). Forniamo informazioni su prezzi, valore attuale di mercato, quotazioni, valutazioni e stime delle sue sculture.
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Lorenzo Orengo, nato a Genova il 29 novembre 1838 e deceduto nella stessa città il 25 marzo 1909, è stato uno scultore italiano che ha lasciato un'impronta indelebile nel panorama artistico del realismo borghese dell'Ottocento. La sua formazione artistica iniziò all'Accademia Ligustica di Belle Arti di Genova, dove ebbe come maestro Santo Varni, un altro illustre esponente del realismo. Orengo non solo frequentò l'accademia ma anche lo studio di Varni, dove affinò la sua tecnica nella scultura in marmo con l'aiuto di Carlo Rubatto. Orengo divenne noto per la sua capacità di catturare con estrema precisione e dettaglio le sfumature della realtà borghese dell'epoca, realizzando opere di genere e monumenti sepolcrali che riflettevano i valori e le aspirazioni della società contemporanea. La sua opera è caratterizzata da un linguaggio fortemente descrittivo, talvolta iperdefinitorio, ma sempre fresco nella rappresentazione, che lo ha reso lo scultore di maggiore successo presso la borghesia genovese. Tra le sue opere più celebri, spiccano diverse tombe monumentali situate nel Cimitero monumentale di Staglieno a Genova, un luogo che oggi rappresenta un vero e proprio museo a cielo aperto dell'arte funeraria dell'epoca. Tra queste, la Tomba di Caterina Campodonico, nota anche come "La venditrice di noccioline", realizzata nel 1881, è forse la più famosa. Quest'opera è emblematica del suo stile, con un'attenzione meticolosa ai dettagli, come il merletto finemente traforato dell'abito e le singole rughe del volto, che conferiscono alla scultura un realismo straordinario. Orengo ha anche realizzato il Monumento a Whitehead e Bentley (1885-1887), il Cippo Adolfo Giordano (1887), la Tomba Beccari (1888), il Cippo Maine (1892), e la Tomba Pescia (1897), tra gli altri. Queste opere, oltre a dimostrare la sua maestria tecnica, riflettono la filosofia dell'epoca che vedeva nel ruolo sociale e professionale i valori fondamentali dell'individuo, esaltando il lavoro, il progresso, la famiglia, la carità e la religione. Il suo stile, definito da alcuni critici un "verismo alla Zola" per la crudezza e l'intensità delle rappresentazioni, si è evoluto nel tempo, passando da una fase iniziale più legata alla tradizione a una successiva più influenzata dalla cultura simbolista e decadentista. Questo cambiamento si riflette in opere come la Tomba Pescia, dove l'angelo custode perde l'aspetto consolatorio per assumere una figura più ambigua e misteriosa. Orengo è stato un artista estremamente prolifico, la cui produzione non si è limitata alle sole opere funerarie, ma che ha abbracciato anche la scultura di genere, ritratti e monumenti pubblici, contribuendo in modo significativo al panorama artistico genovese e italiano dell'epoca. La sua capacità di rappresentare con fedeltà e sensibilità la realtà sociale e culturale del suo tempo lo ha reso uno dei principali esponenti del realismo borghese, un movimento che ha cercato di catturare l'essenza della vita quotidiana e dei suoi protagonisti con un approccio diretto e senza filtri. La morte lo colse a Genova il 25 marzo 1909, ma il suo lascito artistico continua a vivere, testimoniando la ricchezza e la complessità della società dell'Ottocento attraverso le sue sculture, che rimangono a oggi oggetto di studio e ammirazione. La sua opera è un prezioso documento storico e artistico che offre uno spaccato unico sulla cultura e sulla società del suo tempo, rendendo Lorenzo Orengo una figura imprescindibile nell'arte italiana dell'Ottocento.