La Galleria Ponti compra opere e sculture dello scultore Giuseppe Pacchioni ( Bologna 1819 - 1887 ). Forniamo informazioni su prezzi, valore attuale di mercato, quotazioni, valutazioni e stime delle sue sculture.
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Giuseppe Pacchioni nacque a Bologna nel marzo del 1819, in una famiglia non particolarmente legata alle arti, dato che suo padre Pietro era un negoziante di granaglie. Nonostante questo, Giuseppe mostrò fin da giovane un'inclinazione per l'arte, che lo portò a frequentare l'Accademia di Belle Arti di Bologna, dove si specializzò nell'incisione. Tuttavia, la sua passione e il suo talento non si limitarono a questa disciplina, poiché si dedicò anche alla scultura, campo in cui ottenne riconoscimenti e apprezzamenti. La vita di Pacchioni fu intensamente legata agli eventi politici del suo tempo. Egli fu un fervente patriota e mazziniano, aderendo sia alla Giovane Italia di Giuseppe Mazzini sia alla Massoneria, movimenti che lo portarono a essere attivo nella lotta per l'indipendenza e l'unità italiana. Nel 1844, partecipò alla sfortunata spedizione dei Fratelli Bandiera in Calabria, un tentativo di sollevazione contro il regime borbonico. La spedizione fallì e, traditi da un compagno, Pacchioni e i suoi compagni furono arrestati dalle truppe borboniche. Due dei patrioti furono uccisi, mentre gli altri, compreso Pacchioni, furono condannati a morte. La sentenza per tre di loro, tra cui Pacchioni, fu commutata all'ultimo momento in ergastolo, e successivamente, nel 1846, fu trasformato in cinque anni di carcere. Dopo essere stato rilasciato, fu imbarcato alla volta di Marsiglia. Tornato a Napoli nel 1848 per appoggiare l'insurrezione, fu nuovamente arrestato ma rilasciato nel 1853, quando rientrò a Bologna per riprendere l'attività di scultore. Tuttavia, la sua vita fu nuovamente sconvolta quando, all'inizio del 1855, fu arrestato dagli austriaci e rimase in carcere fino al 12 giugno 1859, giorno della liberazione di Bologna. Da quel momento, poté dedicarsi sia alla scultura sia alla politica, diventando capitano della Guardia Nazionale di Bologna e uno dei fondatori della Società Operaia, che diede vita a numerose iniziative sociali a favore dei più umili. Come scultore, Pacchioni ebbe la maggiore soddisfazione quando fu chiamato a Cosenza per realizzare il monumento celebrativo per i fratelli Bandiera. Morì a Bologna il 13 gennaio 1887, lasciando un'eredità artistica e patriottica significativa. Pochi mesi dopo la sua morte, gli fu dedicato un monumento funebre nella Certosa di Bologna, dove sono presenti almeno 15 delle sue opere. Tra queste, spicca il monumento ai Caduti del 1844 a Cosenza, che testimonia non solo il suo talento artistico ma anche il suo impegno politico. La dualità stilistica di Pacchioni si manifesta nelle sue opere monumentali o complesse dal punto di vista compositivo, dove si rivela legato a una cultura classica ed accademica, mentre nei ritratti trova la vena più felice, aderente al contemporaneo verismo. Questa dualità riflette la complessità della sua figura: artista sensibile e patriota appassionato, la cui vita fu segnata da momenti di grande creatività e da lunghi periodi di sofferenza a causa del suo impegno politico. La sua partecipazione alla spedizione dei Fratelli Bandiera e il suo successivo impegno nella lotta per l'indipendenza italiana lo inseriscono in quel gruppo di artisti del XIX secolo che non separarono mai completamente la loro arte dal contesto politico e sociale in cui vivevano. La sua opera, quindi, non può essere pienamente compresa senza considerare il suo attivismo politico, che lo portò più volte in carcere e influenzò profondamente la sua produzione artistica. In conclusione, Giuseppe Pacchioni rappresenta una figura emblematica dell'Italia del XIX secolo, in cui l'arte e la politica si intrecciano indissolubilmente. La sua eredità vive non solo nelle sue opere scultoree ma anche nel suo contributo alla lotta per un'Italia unita e libera.