La Galleria Ponti compra opere e sculture dello scultore Vincenzo Pacetti ( Roma 1746 - 1820 ). Forniamo informazioni su prezzi, valore attuale di mercato, quotazioni, valutazioni e stime delle sue sculture.
La Galleria d'arte Ponti seleziona e tratta le migliore scultore realizzate dall'artista. Su richiesta forniamo stime e valutazioni gratuite, comunichiamo i prezzi, le quotazioni e i valori attuali di mercato. Acquistiamo opere in tutta Italia
Se siete interessati a COMPRARE o VENDERE opere dello scultore, contattateci subito. Se desiderate vendere o ricevere una valutazione delle opere: Inviateci una foto frontale dell'opera, una del retro e una della firma. Indicateci inoltre le sue dimensioni. Informateci sulla provenienza d’acquisto dell’opera e su ogni genere di documentazione disponibile (ricevute d’acquisto, certificati di autenticità, pubblicazioni). Un nostro operatore vi risponderà in giornata. Garantiamo massima riservatezza ed estrema professionalità. Potete inviare le foto tramite WHATSAPP TRAMITE MAIL[email protected]
Tel. (+39) 066871425
un nostro esperto vi risponderà in giornata.
Se invece desiderate acquistare opere dell'artista: Contattateci e segnalateci la vostra richiesta. Vi informeremo sulle opere disponibili. Offriamo anche la possibilità di iscrivervi alla nostra NEWSLETTER, tramite la quale sarete informati all’inizio di ogni mese sulle ultime acquisizioni della Galleria d’arte.
RISPOSTE IMMEDIATE – TRATTATIVE RISERVATE
La rapidità della transazione e l'immediatezza del pagamento rappresentano da sempre i nostri punti di forza.
Vincenzo Pacetti, nato a Roma il 3 aprile 1746 e deceduto nella stessa città il 28 luglio 1820, è stato un influente scultore e restauratore italiano, la cui vita e opera si intrecciano strettamente con l'evoluzione dell'arte neoclassica e la cultura antiquaria del suo tempo. La sua famiglia, composta dal padre Andrea, incisore di gemme, e dai fratelli, tra cui spicca Camillo Pacetti anch'egli scultore, ha giocato un ruolo significativo nel panorama artistico romano del XVIII secolo. La formazione artistica di Vincenzo iniziò presto, grazie all'ambiente familiare ricco di stimoli culturali e artistici. Dall'età di sedici anni, frequentò l'Accademia del Nudo in Campidoglio, dove ebbe modo di studiare sotto la guida di maestri come Tommaso Righi, Andrea Bergondi, Paolo Pacilli e Francisco Preciado. Questo periodo formativo fu cruciale per lo sviluppo delle sue abilità nella scultura e nel restauro, settori nei quali avrebbe poi eccelso. Già nei primi anni della sua carriera, Pacetti si distinse nei concorsi accademici, vincendo premi che attestavano il suo talento e la sua maestria. Nel 1762, ottenne il primo premio nella terza classe di scultura del Concorso Clementino, un riconoscimento che segnò l'inizio di una serie di successi. La sua abilità nel modellare la creta e nel restaurare opere antiche gli guadagnò presto l'ammirazione e il rispetto dei suoi contemporanei. Nel 1773, la sua carriera ricevette un impulso significativo quando vinse il primo premio al Concorso Balestra, organizzato dall'Accademia di San Luca, con l'opera "Achille e Pentesilea". Questo successo non solo consolidò la sua reputazione come scultore di talento ma aprì anche le porte a numerose commissioni e riconoscimenti ufficiali. La sua elezione a direttore della Scuola del Nudo e la nomina ad "Accademico di San Luca a pieni voti" nel 1779 furono solo alcuni dei traguardi che segnarono la sua ascesa nel mondo artistico romano. Pacetti fu anche un restauratore di grande abilità, particolarmente attivo nel collezionare, restaurare e completare sculture classiche. Tra le sue opere più famose in questo ambito figurano il "Fauno Barberini", il "Dioniso Hope" e l'"Atena di Velletri", restaurate con una maestria tale da renderle nuovamente opere d'arte complete, che poi vendeva a ricchi collezionisti. La sua opera di restauro non si limitava alla mera riparazione ma era un vero e proprio atto creativo, che mirava a restituire alle opere la loro bellezza originaria, interpretando e integrando i frammenti mancanti con sensibilità e rispetto per lo stile antico. La sua attività di restauratore lo portò a collaborare con alcuni dei più importanti collezionisti e mecenate del suo tempo, tra cui spicca il principe Marcantonio Borghese, per il quale realizzò numerosi rilievi e stucchi a tema mitologico per la Galleria Borghese. La sua abilità nel restauro fu riconosciuta anche da Lucien Bonaparte, per il quale fornì calchi in gesso di famose sculture antiche per la sua villa a Canino. Oltre al suo lavoro come scultore e restauratore, Pacetti fu anche un attento osservatore e cronista del mercato dell'arte del suo tempo. Il suo "Giornale", che copre gli anni 1773-1803, è una preziosa testimonianza degli eventi artistici e sociali della Roma settecentesca, offrendo uno sguardo unico sulle dinamiche del collezionismo e della produzione artistica dell'epoca. Vincenzo Pacetti morì a Roma il 28 luglio 1820, lasciando un'eredità duratura nel campo della scultura e del restauro. La sua vita e la sua opera rappresentano un capitolo fondamentale nella storia dell'arte italiana, testimoniando il passaggio dal Barocco al Neoclassicismo e l'importanza del restauro nella valorizzazione del patrimonio artistico antico.