La Galleria Ponti compra opere e sculture dello scultore Enrico Pazzi ( Ravenna 1819 - Firenze 1899 ). Forniamo informazioni su prezzi, valore attuale di mercato, quotazioni, valutazioni e stime delle sue sculture.
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Enrico Pazzi fu uno scultore e museologo italiano di grande rilievo, nato a Ravenna il 20 giugno 1818. La sua vita fu segnata da una precoce inclinazione per le arti, manifestatasi fin dall'infanzia. Dopo aver frequentato le scuole primarie, Pazzi mostrò un talento innato per il disegno, tanto che a soli undici anni fu introdotto nel laboratorio del decoratore Giuseppe Ruffini e successivamente nella bottega dell'ebanista Mariano Ghirotti. La sua formazione artistica prese una svolta decisiva all'età di quindici anni, quando iniziò a frequentare l'Accademia di belle arti di Ravenna, diretta dallo scultore Ignazio Sarti. La carriera di Pazzi fu costellata di successi e riconoscimenti, ma anche di difficoltà e sfide. Una delle prime prove della sua determinazione si ebbe quando, a seguito di un impeto di rabbia in cui distrusse una sua opera incompleta alla vigilia di una mostra annuale, fu espulso dall'Accademia. Tuttavia, grazie all'intervento del cardinale Legato della città, Luigi Amat, Pazzi fu riammesso e poté proseguire i suoi studi. Con una borsa di studio dell'Accademia, si trasferì a Firenze, dove lavorò sotto la guida di Giovanni Duprè dal 1845 al 1851. A Firenze, Pazzi aprì uno studio in Via dei Maccheroni insieme a Luigi Majoli, anch'egli artista ravennate. Durante questo periodo, Pazzi si dedicò a progetti privati, realizzando monumenti funebri e decorazioni per abitazioni, ma anche a commissioni più impegnative come una scena della natività per la Signora Bianchi di Siena. Uno dei momenti più significativi della sua carriera fu la realizzazione del Monumento a Dante, situato nella Piazza Santa Croce a Firenze. Il progetto iniziale prevedeva la statua per una piazza a Ravenna, ma fu poi destinato a Firenze. La statua di Dante, che Pazzi completò tra il 1857 e il 1865, è un simbolo del patriottismo italiano e riflette l'ammirazione dell'artista per il sommo poeta. Pazzi fu anche l'autore del Monumento al Principe Mihailo, situato nel centro della capitale serba, Belgrado. La vita di Pazzi fu segnata da una grave malattia agli occhi che iniziò nel 1882, portandolo a un rapido indebolimento della vista fino alla perdita completa dell'occhio sinistro. Questa infermità lo costrinse a ridurre la sua attività artistica, ma non fermò la sua passione per l'arte. In questo periodo di forzato allontanamento dal lavoro diretto, Pazzi si dedicò alla realizzazione di bozzetti e modelli in scala, mentre i suoi studenti si occupavano della realizzazione effettiva delle opere. Oltre alla scultura, Pazzi ebbe un ruolo fondamentale nella creazione del Museo civico bizantino di Ravenna, che in seguito divenne il Museo nazionale. Questo progetto, nato da un suo antico desiderio di conservare le testimonianze dell'arte bizantina presenti nella sua città natale, fu inaugurato nel 1887. Pazzi mantenne l'incarico di direttore del museo fino all'estate del 1898, quando passò il testimone a Corrado Ricci. Pazzi fu anche membro della loggia massonica Concordia di Firenze e partecipò attivamente alla vita culturale della città. Nel 1887 pubblicò il suo libro autobiografico "Ricordi d’arte di Enrico Pazzi statuario", in cui raccontò le sue esperienze e il suo contributo al mondo dell'arte. Enrico Pazzi morì il 27 marzo 1899 a Firenze, all'età di 80 anni. La sua eredità artistica e culturale continua a essere apprezzata e studiata, come dimostrano le numerose pubblicazioni e ricerche dedicate alla sua figura e al suo lavoro. La sua vita e le sue opere sono testimonianza del suo impegno e della sua passione per l'arte, che hanno lasciato un segno indelebile nella storia della scultura italiana.