La Galleria Ponti compra opere e sculture dello scultore Eugenio Pellini ( Marchirolo 1869 - Milano 1934 ). Forniamo informazioni su prezzi, valore attuale di mercato, quotazioni, valutazioni e stime delle sue sculture.
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Eugenio Pellini nacque il 17 novembre 1864 a Marchirolo, all'epoca parte della provincia di Como, da Carolina e Andrea Pellini. La sua formazione iniziò nelle scuole elementari, che frequentò fino al quarto anno. Nel 1878, Pellini si trasferì a Milano, dove iniziò l'apprendistato nella bottega dello scultore Filippo Biganzoli. Questo periodo segnò l'inizio della sua carriera artistica e lo inserì nel contesto della Scapigliatura milanese, un movimento culturale e artistico che si opponeva alle convenzioni accademiche e borghesi dell'epoca. Nel 1888, dopo aver completato l'apprendistato, Pellini entrò all'Accademia di Brera, dove studiò scultura sotto la guida di Ambrogio Borghi. Durante questo periodo, vinse il premio Triennale Oggioni nel 1891, un riconoscimento che gli permise di viaggiare e soggiornare in città d'arte come Roma, Firenze e Parigi. Questi viaggi furono fondamentali per la sua formazione artistica, permettendogli di venire a contatto con le opere di Auguste Rodin e di altri scultori che influenzarono profondamente il suo stile. Dal 1893, Pellini iniziò a dedicarsi alle sculture funerarie, realizzando importanti opere per il Cimitero Monumentale di Milano, tra cui le tombe Macario. Questo genere d'arte, che rifletteva il gusto e le esigenze della borghesia lombarda dell'epoca, divenne uno dei campi in cui Pellini eccelse maggiormente. Contemporaneamente, insegnò alla Scuola Superiore degli Artefici del Castello Sforzesco fino al 1924, contribuendo alla formazione di nuove generazioni di artisti. La sua opera "Madre" gli valse il Premio Tarantini alla III Triennale di Milano, consolidando la sua reputazione come uno degli scultori più apprezzati del suo tempo. Pellini partecipò a numerose esposizioni importanti, tra cui le rassegne di Brera, della Permanente e le Biennali veneziane. Nonostante realizzasse anche opere di piccole dimensioni, fu principalmente apprezzato come scultore funebre, con lavori notevoli non solo in Italia (a Marchirolo, Carate Brianza, Gallarate) ma anche all'estero (in Olanda, Messico e Perù). Negli anni Venti, realizzò i monumenti ai caduti di Marchirolo e Domodossola, testimoniando il suo impegno civile e la sua capacità di interpretare il sentimento collettivo del suo tempo. La sua produzione artistica non si limitò alla scultura funeraria; Pellini esplorò temi diversi, dalla maternità alla lotta sociale, dimostrando una grande versatilità e sensibilità artistica. La sua evoluzione stilistica fu influenzata da incontri significativi con artisti come Medardo Rosso e, soprattutto, Auguste Rodin, il cui magistero si riflette in opere come i Telamoni per il balcone di casa Bianchi a Varese e le sculture "Giuda" e "Il Minatore". Queste opere, esposte alla Mostra nazionale di belle arti di Milano nel 1906, mostrano la capacità di Pellini di esprimere tensione emotiva e forza espressiva attraverso la scultura. Eugenio Pellini morì a Milano il 28 maggio 1934, lasciando un'eredità artistica di grande valore. La sua opera continua a essere apprezzata e studiata per la profondità emotiva, la maestria tecnica e l'originalità stilistica. Pellini rappresenta una figura di spicco nella scultura italiana di fine Ottocento e inizio Novecento, un artista che seppe interpretare e trasformare le influenze culturali e artistiche del suo tempo in un linguaggio scultoreo personale e innovativo.