La Galleria Ponti compra opere e sculture dello scultore Ignazio Perricci ( Monopoli 1834 - Napoli 1907 ). Forniamo informazioni su prezzi, valore attuale di mercato, quotazioni, valutazioni e stime delle sue sculture.
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Ignazio Perricci fu un artista, decoratore e scultore italiano nato a Monopoli, in provincia di Bari, il 18 dicembre 1834 e morto a Napoli il 4 maggio 1907. La sua vita e la sua opera si inseriscono in un contesto artistico molto ricco e variegato, caratterizzato da un intenso dialogo tra le diverse arti e da una profonda attenzione per la decorazione e l'ornamento, elementi distintivi dell'eclettismo dell'epoca. Perricci iniziò la sua formazione artistica presso l'Accademia di Belle Arti di Napoli, dove ebbe modo di studiare e lavorare al fianco di Domenico Morelli, uno dei maggiori esponenti della scuola napoletana dell'Ottocento. Questa esperienza fu fondamentale per la sua crescita artistica e per la definizione del suo stile, che si caratterizzò per una grande abilità tecnica e per una particolare sensibilità nei confronti della tradizione classica e rinascimentale, reinterpretata in chiave contemporanea. Nel corso della sua carriera, Perricci si dedicò a numerosi progetti di decorazione e restauro in varie città italiane, realizzando opere di grande impatto visivo e di notevole valore artistico. Tra i suoi lavori più significativi si ricordano le decorazioni nella villa reale della Favorita a Palermo nel 1855, nel teatro di Trani, in varie sale del Museo Nazionale di Napoli nel 1865, e nel palazzo del Quirinale a Roma nel 1876. Queste commissioni testimoniano la sua abilità nel dialogare con gli spazi architettonici e la sua capacità di integrare le arti decorative con l'architettura, creando ambienti di grande eleganza e raffinatezza. Uno dei momenti più importanti della sua carriera fu la vittoria, insieme a Biagio Molinaro, del concorso per affrescare il soffitto della sala della Gran Corte civile, detta anche sala dei Busti, presso castel Capuano a Napoli nel 1856. Perricci fu incaricato di eseguire le decorazioni, mentre Molinaro si occupò della parte figurativa. L'opera, restaurata pochi anni fa, rappresenta un esempio emblematico del suo talento nel campo della pittura decorativa e della sua capacità di lavorare in simbiosi con altri artisti per la realizzazione di progetti complessi. Nel 1869, Perricci firmò, insieme a Domenico Morelli, la culla per il principe di Napoli, futuro re Vittorio Emanuele III, conservata attualmente presso la reggia di Caserta. Quest'opera, ideata e realizzata da vari architetti, scultori ed ebanisti, gli valse la nomina di cavaliere della Corona d'Italia, riconoscimento che testimonia il suo prestigio e il suo contributo all'arte italiana dell'epoca. Perricci fu anche un apprezzato insegnante: nel 1895 divenne titolare della cattedra di ornato presso l'Accademia di Belle Arti di Napoli, materia che aveva già insegnato nella stessa istituzione a partire dal 1869. La sua attività didattica gli permise di trasmettere alle nuove generazioni di artisti la sua profonda conoscenza delle tecniche decorative e la sua visione dell'arte come sintesi armonica tra tradizione e innovazione. La sua opera fu caratterizzata da una grande versatilità e da una costante ricerca di nuove forme espressive, che lo portarono a sperimentare con diversi materiali e tecniche. La sua abilità nel campo della scultura e della pittura, unita alla sua profonda conoscenza della storia dell'arte, fece di lui uno degli artisti più rappresentativi dell'eclettismo italiano di fine Ottocento. Ignazio Perricci morì a Napoli il 1° maggio 1907, lasciando un'eredità artistica di grande valore, che continua a essere studiata e apprezzata per la sua capacità di coniugare l'eleganza formale con una profonda sensibilità umana e culturale. La sua opera rappresenta un importante capitolo nella storia dell'arte italiana, testimoniando il ruolo cruciale dell'arte decorativa e della scultura nell'evoluzione del gusto e dell'estetica dell'Ottocento.