La Galleria Ponti compra opere e sculture dello scultore Francesco Pezzicar ( Duino 1831 - Trieste 1890 ). Forniamo informazioni su prezzi, valore attuale di mercato, quotazioni, valutazioni e stime delle sue sculture.
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Francesco Pezzicar fu uno scultore italiano di rilevante importanza nell'arte del XIX secolo, noto soprattutto per le sue opere che riflettono temi sociali e umanitari, come l'abolizione della schiavitù. Nato nel 1831 a Duino, vicino a Trieste, Pezzicar iniziò la sua carriera in circostanze modeste, essendo costretto a lavorare come apprendista tornitore all'età di quindici anni per sostenere se stesso. La sua formazione artistica iniziò presso la scuola gratuita "Banco Modello", fondata e finanziata dal barone Pasquale Revoltella e da Francesco Gossleth. Questa opportunità educativa gli permise di sviluppare le sue abilità e di coltivare un interesse per la scultura. Nel 1858, grazie al sostegno economico della Principessa Hohenlohe di Torre-Tasso di Duino e del barone Carlo de Rittmeyer di Trieste, Pezzicar ebbe l'opportunità di frequentare l'Accademia di Venezia per cinque anni insieme al pittore Francesco Beda. Dopo aver completato i suoi studi a Venezia, Pezzicar si trasferì a Roma e successivamente a Firenze, dove divenne uno degli allievi più promettenti di Giovanni Duprè, uno scultore di grande fama dell'epoca. Questi anni di formazione furono fondamentali per lo sviluppo del suo stile e per la sua crescita come artista. Nel 1863, Pezzicar fece ritorno a Trieste, dove svolse la maggior parte della sua attività artistica. La sua opera fu sostenuta dalla generosità di mecenati come il Barone de Rittmeyer e i Principi di Torre-Tasso. A Trieste, Pezzicar si dedicò principalmente alla realizzazione di monumenti funerari, molti dei quali si trovano ancora oggi nei cimiteri della città e del Veneto. Uno degli aspetti più noti della carriera di Pezzicar fu la sua partecipazione all'Esposizione Universale di Filadelfia del 1876, dove espose la scultura "L'abolizione della schiavitù". Quest'opera, che rappresenta un uomo che rompe le catene della schiavitù, ricevette grande attenzione e fu premiata con una medaglia d'oro. Tuttavia, nonostante il successo critico, Pezzicar non riuscì a trovare un acquirente per la statua, che al suo decesso fu trasferita al Curatorio del Museo Revoltella, dove è ancora esposta. La scultura "L'abolizione della schiavitù" è emblematica del talento di Pezzicar e della sua capacità di infondere nei suoi lavori un forte messaggio umanitario. L'opera fu particolarmente apprezzata dai visitatori afroamericani dell'esposizione, ma incontrò anche critiche da parte di alcuni commentatori bianchi dell'epoca. Oltre alle sue opere pubbliche, Pezzicar fu attivo anche nel campo della scultura cimiteriale, creando monumenti che si distinguevano per il loro realismo robusto e ben strutturato. Tra le sue opere più note in questo ambito ci sono le tombe Nordis-Kostantinos, Fraghialoy, Bletta e Economo, tutte situate nel cimitero Greco-Orientale di Trieste. Pezzicar era noto per la sua modestia e per il suo approccio all'arte come un culto. La sua dedizione e il suo talento furono riconosciuti anche dalla stampa locale, che lodò la sua statua del defunto Oblaser, un'opera che testimonia il suo impegno nei confronti dei meno fortunati. Francesco Pezzicar morì a Trieste nel 1890, lasciando un'eredità artistica significativa e un'impronta indelebile nella storia dell'arte italiana. La sua vita e il suo lavoro sono stati oggetto di studi e pubblicazioni che hanno contribuito a chiarire ulteriormente il suo percorso artistico e il suo impatto culturale.