La Galleria Ponti compra opere e sculture dello scultore Adriano Rabbi ( Mantova 1833 - Brescia 1913 ). Forniamo informazioni su prezzi, valore attuale di mercato, quotazioni, valutazioni e stime delle sue sculture.
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Antonio Orazio Quinzio fu un artista poliedrico, le cui opere hanno lasciato un'impronta significativa nel panorama artistico italiano tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento. Nato a Genova il 4 marzo 1856, Quinzio crebbe in un ambiente familiare intriso d'arte, poiché suo padre, Giovanni Quinzio, era un pittore e insegnante all'Accademia Ligustica di Belle Arti di Genova. Questo contesto familiare gli permise di acquisire fin da giovane i primi rudimenti dell'arte pittorica, che poi perfezionò studiando a Genova, Firenze e Roma. La sua formazione artistica fu arricchita da viaggi all'estero, che gli permisero di entrare in contatto con diverse correnti artistiche e di sviluppare uno stile personale. Quinzio si distinse per la sua abilità sia come pittore che come scultore, ma fu particolarmente noto per i suoi affreschi, che realizzò in numerose chiese ed edifici pubblici e privati in città come Genova, Chiavari, Roma e Buenos Aires. Tra le sue opere più significative si ricordano gli affreschi nel salone della Banca d'Italia a Genova, che rappresentano momenti emblematici della storia genovese, e la decorazione della cupola della chiesa di San Bartolomeo della Ginestra a Sestri Levante. Nel corso della sua carriera, Quinzio insegnò all'Accademia Ligustica dal 1893 al 1906 e, dal 1919 fino alla sua morte, diresse le Gallerie Brignole-Sale dei palazzi Bianco e Rosso di Genova. La sua competenza e il suo impegno nel campo artistico furono riconosciuti anche attraverso la partecipazione a prestigiose esposizioni, come la Biennale di Venezia, dove nel 1934 espose una scultura. Le sue sculture sono esempi di grande maestria, tra cui spiccano la statua allegorica della regione Liguria sul Vittoriano a Roma e le quattro statue degli Evangelisti a Rapallo. Inoltre, la Galleria d'Arte Moderna di Genova conserva alcune delle sue opere più importanti, come il "Ritratto del principe Ottone di Savoia" e le sculture "S.A.R. Il principe Odone di Savoia" e "Ritratto di Paolina Cogorno". Antonio Orazio Quinzio ereditò dal padre una pennellata sciolta e ariosa, che caratterizzò le sue opere di grandi dimensioni, come le tempere per il salone della Banca d'Italia di Genova. Un delicato realismo borghese informa invece le sue opere di formato ridotto e i ritratti, come il "Ritratto di giovane donna", che si trova in una collezione privata. La sua produzione artistica fu vasta e si possono individuare fasi distinte, secondo uno sviluppo costante di un percorso dinamico, caratterizzato da una energia sempre più vigorosa nel trattare il colore. Partecipò alla Biennale di Venezia del 1914 e a quella del 1920 ed espose al Castello Sforzesco di Milano nel 1928. L'anno seguente fu nominato Accademico d'Italia, riconoscimento che testimonia il valore del suo contributo all'arte italiana. Antonio Orazio Quinzio morì a Genova Pegli il 10 giugno 1928, lasciando un'eredità artistica di grande valore. La sua vita e le sue opere sono documentate in un nutrito epistolario conservato dall'Accademia Urbense, che testimonia anche la sua amicizia con altri artisti del tempo, come Alberto Helios Gagliardo e Cesare Viazzi. La sua figura è stata oggetto di studio in diverse pubblicazioni e le sue opere sono tuttora apprezzate e ricercate da collezionisti e amanti dell'arte.