La Galleria Ponti compra opere e sculture dello scultore Cesare Reduzzi ( Torino 1857 - 1911 ). Forniamo informazioni su prezzi, valore attuale di mercato, quotazioni, valutazioni e stime delle sue sculture.
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Cesare Reduzzi fu uno scultore italiano di rilievo, nato a Torino il 24 settembre 1857 e deceduto nella stessa città il 9 maggio 1911. La sua vita e la sua arte si inseriscono in un periodo di grande fermento culturale e artistico in Italia, caratterizzato da un intenso dialogo tra tradizione e innovazione. Reduzzi iniziò il suo percorso formativo sotto la guida dello scultore in legno e medaglista Giovanni Tamone, per poi diventare allievo di Odoardo Tabacchi presso l'Accademia Albertina di Torino. Quest'ultima istituzione, fondata nel 1678, era un punto di riferimento per l'arte e la cultura dell'epoca, e Reduzzi ebbe l'opportunità di studiare e lavorare in un ambiente stimolante e ricco di scambi intellettuali. Dopo aver completato la sua formazione, Cesare Reduzzi intraprese la carriera di insegnante, diventando professore all'Accademia Albertina nel 1878. Questo ruolo gli permise di influenzare generazioni di giovani artisti e di contribuire significativamente al panorama artistico torinese e italiano. Le opere di Reduzzi spaziano dalla scultura monumentale alla ritrattistica, dimostrando una notevole versatilità e una profonda comprensione del linguaggio scultoreo. Tra le sue creazioni più note si annoverano "Tiberius Claudius", conservato nel Museo Civico di Torino, e "Fior di Vita", esposto nella Galleria d'Arte Moderna a Roma. Altre opere degne di menzione sono "Carezze", "La Lavandaia" e i ritratti di personalità illustri come Michele Coppino, Vittorio Alfieri e Giuseppe Verdi. Nel corso degli anni Novanta dell'Ottocento, Reduzzi si dedicò alla realizzazione di gruppi monumentali e, con l'avvento del Novecento, la sua arte si avvicinò al gusto liberty, uno stile che si stava diffondendo in Europa e che in Italia trovò terreno fertile per un'espressione originale e distintiva. Per la città di Torino, scolpì il monumento a Quintino Sella (1894) e i gruppi colossali "Il Sangone" per la Fontana dei Mesi del Parco del Valentino (1898) e "L'arte" e "Il Lavoro" (o "L'Industria") per il ponte Umberto I (1911). A Roma, realizzò "Il padre della Patria" per il ponte Vittorio Emanuele (1910). La sua arte funeraria, in particolare, si distingue per l'adozione di elementi liberty, che si manifestano in un linguaggio scultoreo caratterizzato da linee sinuose e da una ricerca di movimento e espressività. Questo approccio si riflette anche nel monumento a Quintino Sella, dove Reduzzi esprime un'interpretazione personale e moderna del soggetto commemorativo. Cesare Reduzzi fu anche attivo nel campo della medaglistica, come testimoniato dalla sua partecipazione a esposizioni e concorsi. La sua abilità nel ritrarre i soggetti con precisione e sensibilità si traduceva in medaglie che erano apprezzate sia per il loro valore artistico che per la loro funzione commemorativa. La morte di Cesare Reduzzi avvenne prematuramente nel 1911, ma il suo lascito artistico continuò a vivere attraverso le sue opere e l'influenza esercitata sui suoi studenti. Oggi, le sue creazioni sono presenti in importanti musei e collezioni in Italia, e il suo nome è ricordato come una delle figure più significative della scultura italiana tra Ottocento e Novecento. La sua opera è stata oggetto di studi e riconoscimenti postumi, e la sua figura è stata rilanciata anche sul mercato dell'arte. La figlia Adriana, anch'essa pittrice, ha curato e conservato l'opera del padre, assicurando che il suo contributo all'arte italiana non venisse dimenticato. In conclusione, Cesare Reduzzi è stato un artista che ha saputo coniugare la tradizione classica con la sperimentazione di nuove forme e stili, lasciando un'impronta indelebile nel panorama artistico del suo tempo. La sua abilità tecnica, la sua sensibilità espressiva e il suo impegno didattico lo rendono una figura di spicco nella storia dell'arte italiana.