La Galleria Ponti compra opere e sculture dello scultore Salvatore Revelli ( Taggia 1816 - Roma 1859 ). Forniamo informazioni su prezzi, valore attuale di mercato, quotazioni, valutazioni e stime delle sue sculture.
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Salvatore Revelli fu uno scultore italiano del XIX secolo, noto per il suo contributo significativo all'arte scultorea e per le sue opere che riflettono il classicismo e il purismo religioso. Nato il 1° settembre 1816 a Taggia, in una famiglia di contadini composta da Giovanni Battista e Caterina Arrigo, Revelli dimostrò fin da giovane un talento artistico precoce. La sua città natale, situata nella Riviera ligure di Ponente, faceva parte del Regno di Sardegna dal 1814, e fu lì che ricevette un'istruzione di base grazie all'erudito canonico locale. Il suo percorso artistico iniziò a prendere forma quando, riconosciuto il suo talento, gli fu offerta l'opportunità di proseguire gli studi a Roma. Nel 1840, Revelli vinse il primo premio in un concorso annuale dell'Insigne e Pontificia Accademia Romana con una copia del Torso del Belvedere, un riconoscimento che segnò l'inizio della sua carriera artistica. A Roma, divenne allievo di Pietro Tenerani, uno scultore di rilievo dell'epoca, e sotto la sua guida eseguì diverse statue per la basilica di San Paolo fuori le mura. Durante il suo soggiorno a Roma, Revelli si dedicò anche alla realizzazione di opere per committenti in altre città italiane. A Genova, ad esempio, fu attivo con opere come "Innocenza oppressa" per il palazzo Bianco, mentre a Torino realizzò la statua di Maria Adelaide di Savoia per la basilica di Superga. La sua fama crebbe ulteriormente quando la regina di Sardegna Maria Cristina, vedova di Carlo Felice, gli commissionò un bassorilievo in marmo della Deposizione di Cristo per la chiesa di San Massimo a Torino. Quest'opera, terminata nel 1851, esprimeva una forte sensibilità per l'interpretazione purista del tema religioso e segnò un punto di svolta nella sua carriera. Revelli si dedicò anche a temi mitologici e storico-allegorici, in linea con il clima politico del momento. Nel 1848, ad esempio, i Pallavicini gli chiesero una statua raffigurante il Risorgimento d'Italia. Inoltre, fu coinvolto nella realizzazione di un rilievo raffigurante Cristoforo Colombo per un monumento a Genova, un progetto che vide la partecipazione di alcuni dei più importanti scultori italiani del tempo. Nel 1846, Revelli fece la sua prima apparizione pubblica sulla scena artistica genovese, esponendo un Cardinal Lambruschini in bronzo, una Madonna in marmo e alcuni dagherrotipi di altre sculture. Questa esposizione coincise con un periodo di particolare interesse verso un nobile classicismo. Alla fine degli anni '40, lavorò a molti ritratti per committenti liguri, tra cui spiccano i Littardi e i Pallavicino. Revelli si guadagnò il rispetto e l'ammirazione nel mondo dell'arte, tanto che nel 1850 fu designato Accademico di merito dall'Accademia Ligustica di Genova e nel 1851 fu nominato professore all'Accademia di Perugia. La sua reputazione crebbe a tal punto che nel 1857 aprì un nuovo studio a Roma e nel novembre del 1858 divenne accademico di San Luca. Nonostante il successo, la salute di Revelli fu sempre precaria e, purtroppo, la sua vita fu segnata da una prematura scomparsa. Morì a Roma il 14 giugno 1859, a soli 43 anni, per le conseguenze di febbri malariche. Fu sepolto nella chiesa dei Ss. Luca e Martina, lasciando un'eredità artistica di grande valore. Tra le sue opere più note, si ricordano le due statue "gemelle" della Vergine Immacolata, una a Taggia e l'altra a Loano, che testimoniano la sua abilità nel rappresentare soggetti religiosi con una sensibilità purista. Inoltre, contribuì al monumento della Colonna dell'Immacolata Concezione a Roma, realizzando la statua del profeta Isaia, una delle quattro figure bibliche poste alla base della colonna. La vita e l'opera di Salvatore Revelli sono state oggetto di studi e pubblicazioni che ne hanno esplorato la personalità e il contesto storico-artistico in cui operò. La sua biografia è stata raccolta in diverse opere che ne celebrano il talento e il contributo all'arte scultorea, rendendolo una figura di spicco nell'ambito della scultura italiana dell'Ottocento.