La Galleria Ponti compra opere e sculture dello scultore Quirino Ruggeri ( Albacina di Fabriano 1883 - Roma 1950 ). Forniamo informazioni su prezzi, valore attuale di mercato, quotazioni, valutazioni e stime delle sue sculture.
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Quirino Ruggeri, nato ad Albacina di Fabriano il 24 marzo 1883 e deceduto a Roma il 12 giugno 1955, è stato uno scultore italiano che ha lasciato un segno indelebile nella scultura del XX secolo, attraverso un percorso artistico che ha saputo coniugare la modernità con il richiamo all'antico e al classico. La vita di Ruggeri inizia in una famiglia di umili origini, circostanza che lo porta a emigrare giovanissimo in America insieme alla sua famiglia. Lì, impara il mestiere di sarto, professione che eserciterà per qualche tempo prima di fare ritorno in Italia agli inizi degli anni Venti. Questa esperienza all'estero e il lavoro di sarto gli forniranno una conoscenza pratica dell'anatomia umana che si rivelerà fondamentale nel suo futuro artistico. Rientrato in Italia, Ruggeri si stabilisce a Roma, dove, quasi quarantenne, inizia a dedicarsi alla scultura. La sua formazione artistica avviene in età matura e si può considerare essenzialmente autodidatta, se si esclude un breve periodo di apprendistato nello studio di Arturo Dazzi, durato circa due anni. Nonostante la tardiva avvicinazione all'arte, Ruggeri dimostra subito un talento e una sensibilità unici, che lo portano a frequentare gli ambienti intellettuali della capitale e a stringere amicizie con figure chiave del panorama artistico e culturale dell'epoca. La sua opera si inserisce perfettamente all'interno della rinascita della scultura italiana del primo Novecento, con una particolare attenzione alla riscoperta dell'antico e dei primitivi. Ruggeri esordisce alla Fiorentina Primaverile del 1922, presentando opere che già mostrano la sua capacità di reinterpretare in chiave moderna la purezza e l'equilibrio solenne del Quattrocento, come dimostrato dalle sculture "Bambino col cerchio" e "Ragazza col cane". Il suo stile si caratterizza per la ricerca di una nuova classicità, che trova espressione in ritratti di colleghi e scrittori famosi, ma anche di personaggi ormai dimenticati, nei quali Ruggeri riesce a trasmettere una diversa modernità. Tra le sue opere più significative si annoverano "La filatrice" e "La tessitrice", capolavori che esprimono la sua capacità di dare vita e immediatezza alle figure rappresentate, senza mai concedere nulla alla decorazione superflua. Negli anni Quaranta e Cinquanta, Ruggeri si avvicina alla pittura astratta, esplorando nuove forme espressive che, pur rappresentando una rottura con il suo passato scultoreo, dimostrano la sua inesauribile ricerca artistica. Tuttavia, è nella scultura che Ruggeri lascia il segno più profondo, con opere che si distinguono per la loro essenzialità e raffinatezza, frutto di un talento che ha saputo fondere insieme l'innata sensibilità per il bello e le conoscenze tecniche acquisite nel corso della sua vita. La sua arte, che si muove tra il rigore classico e l'innovazione moderna, ha trovato riconoscimento e apprezzamento sia in vita che postumamente, con mostre e retrospettive dedicate alla sua opera. Ruggeri rimane una figura emblematica della scultura italiana del Novecento, capace di interpretare e trasformare la tradizione in una chiave profondamente personale e originale.