La Galleria Ponti compra opere e sculture dello scultore Salvinio Salvini ( Livorno 1824 - Arezzo 1899 ). Forniamo informazioni su prezzi, valore attuale di mercato, quotazioni, valutazioni e stime delle sue sculture.
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Salvino Salvini fu uno scultore italiano di rilevante importanza nell'arte del XIX secolo, noto soprattutto per i suoi monumenti funebri e le opere pubbliche che adornano diverse città italiane. Nato a Livorno il 26 marzo 1824, Salvini crebbe in una famiglia di umili origini. Suo padre, Ranieri, era un sarto di origini pisane, e sua madre, Giuseppa Biti, era livornese. Nonostante le aspirazioni del padre di vederlo intraprendere studi classici, Salvini manifestò una precoce vocazione artistica, ispirato dalla statua di Galileo di Paolo Emilio Demi. All'età di dodici anni, Salvini ebbe l'opportunità di frequentare la Scuola gratuita di disegno e di architettura di Carlo Michon a Livorno, dove iniziò a sviluppare le sue abilità nel disegno e nella scultura. Nel 1840, fu ammesso all'Accademia di Belle Arti di Firenze, dove inizialmente studiò con Giovanni Dupré e successivamente trovò la sua guida in Lorenzo Bartolini. Nonostante alcuni contrasti con Bartolini, Salvini riuscì a recarsi a Roma nel 1849 per studiare con Pietro Tenerani, grazie alla raccomandazione del suo mentore. La sua carriera prese una svolta significativa nel 1852, quando Tenerani usò la sua influenza con il Granduca Leopoldo II per ottenere per Salvini la nomina a professore di Ornamentazione presso l'Accademia di Belle Arti di Pisa. Durante il suo incarico a Pisa, Salvini fu anche nominato Ispettore dell'Esportazione per il Granducato di Toscana, ruolo che lo vide impegnato nella validazione dell'autenticità di importanti opere d'arte, tra cui un busto di Calliope di Antonio Canova. Nel 1855, Salvini sposò Cesira Montemerli, una donna di nobili origini, e la coppia ebbe due figli. Sei anni dopo, nel 1861, fu chiamato a succedere a Cincinnato Baruzzi presso l'Accademia di Belle Arti di Bologna. Qui realizzò la sua prima grande opera, una statua di San Giovanni Evangelista per la facciata della Basilica di Santa Croce. Nel 1867, fu insignito della Croce dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro e nel 1874 divenne membro della Società Benvenuto Tisi da Garofalo a Ferrara. Tra le sue opere più note vi sono la statua del Cardinale Pietro Valeriano per la facciata del Duomo di Firenze e i monumenti a Niccolò e Giovanni Pisano nel Camposanto di Pisa. Salvini fu anche un apprezzato insegnante e tra i suoi studenti si annoverano Giovan Battista Longanesi-Cattani, Diego Sarti, Tullo Golfarelli, Enrico Barberi e Pasquale Rizzoli. Nel 1890, Salvini iniziò a soffrire di una paralisi progressiva che lo costrinse a interrompere l'insegnamento. Fu messo a riposo con un decreto reale nel 1893 e si trasferì ad Arezzo, dove continuò a lavorare nonostante la malattia. Nel 1895, fu nominato Comandante dell'Ordine della Corona d'Italia e la città di Livorno gli dedicò una strada nel 1938. Salvini morì ad Arezzo il 4 giugno 1899, lasciando un'eredità artistica di grande valore. Le sue sculture e i suoi monumenti continuano a essere apprezzati per la loro maestria tecnica e la loro espressività emotiva. La sua opera "Busto di Gioacchino Rossini", del 1883, è conservata presso la Pinacoteca Civica di Ascoli Piceno, mentre altre sue opere sono esposte in musei e collezioni pubbliche in tutta Italia. La vita e l'opera di Salvino Salvini sono un esempio dell'impegno e della dedizione che caratterizzano la grande tradizione scultorea italiana. Il suo contributo all'arte del suo tempo è stato significativo e il suo lavoro continua a essere studiato e ammirato da storici dell'arte, critici e appassionati di scultura.