La Galleria Ponti compra opere e sculture dello scultore GiovanniAntonio Santarelli ( Manopello 1758 - Firenze 1801 ). Forniamo informazioni su prezzi, valore attuale di mercato, quotazioni, valutazioni e stime delle sue sculture.
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Giovanni Antonio Santarelli nacque il 20 ottobre 1758 a Manoppello, un piccolo centro nella provincia di Pescara, da Francesco, un agricoltore, e Maria Angela Casagena. Nonostante le resistenze della famiglia, che avrebbe preferito indirizzarlo verso il mestiere paterno, Santarelli riuscì a intraprendere la sua formazione artistica nel 1778 sotto la guida di Nicola Ranieri, un pittore di Guardiagrele. Questo periodo iniziale fu fondamentale per l'apprendimento delle norme del disegno e per l'esecuzione dei primi lavori in gesso e sculture lignee. La sua carriera prese una svolta significativa nel 1785 quando si trasferì a Roma. Qui, Santarelli entrò in contatto con figure di spicco dell'ambiente artistico dell'epoca, come il celebre incisore Giovanni Pichler e lo scultore Antonio Canova. Queste relazioni non solo arricchirono la sua formazione ma gli permisero anche di inserirsi in un contesto culturale vivace e stimolante. A Roma, Santarelli iniziò a lavorare come medaglista, scultore e incisore di gemme, attività che lo avrebbero reso noto in tutta Italia. Nel 1797, la sua vita prese una nuova direzione quando si trasferì a Firenze. Qui, Santarelli continuò a esprimere il suo talento attraverso la creazione di cammei, medaglioni in cera e medaglie di bronzo, ritraendo personaggi illustri dell'epoca come Elisa Bonaparte e Maria Luisa granduchessa di Toscana. La sua abilità nel ritratto e la precisione nella lavorazione delle gemme gli valsero il riconoscimento e l'ammirazione di collezionisti e mecenate. Santarelli fu anche un insegnante apprezzato, trasmettendo le sue conoscenze e la sua passione per l'incisione di gemme all'Accademia di Belle Arti di Firenze a partire dal 1808. La sua influenza si estese ben oltre i confini della città, diventando membro di varie accademie italiane e straniere e stabilendo intensi rapporti con personalità di spicco dell'epoca, tra cui la famiglia Bonaparte. Tra le sue opere più note, si annoverano ritratti di figure storiche e mitologiche, riproduzioni di opere d'arte, pitture vesuviane e ritratti di Uomini Illustri, tra cui l'effigie di Dante e di Omero per Vittorio Alfieri. La sua produzione in cera, che supera i 360 pezzi, offre un vasto repertorio iconografico che spazia dai soggetti storici e mitologici a ritratti personali, tra cui quelli di Napoleone e dei Napoleonidi, Papa Pio VI, Vittorio Alfieri, Ugo Foscolo, Canova, Thorvaldsen, Ennio Quirino Visconti, Leopoldo Cicognara e Giuseppe Bossi. Santarelli fu insignito di numerosi riconoscimenti per il suo lavoro, tra cui il cavalierato dell’Ordine della Riunione da parte di Napoleone, come segno di gratitudine per il cammeo in cui l'aveva ritratto, e la Légion d’honneur da Luigi XVIII nel 1820. Questi onori testimoniano l'alta considerazione in cui era tenuto sia in ambito nazionale che internazionale. Nel 1799, Santarelli si sposò con Teresa Benini, da cui ebbe quattro figli: Agnese, Carolina, Carlo e il famoso scultore Emilio Santarelli. Morì il 30 maggio 1826 nella sua residenza fiorentina, la cosiddetta palazzina Ricasoli di piazza Goldoni, e venne sepolto nella chiesa di S. Salvatore in Ognissanti. La sua eredità artistica continua a essere celebrata e studiata, grazie anche alla vasta documentazione delle sue opere conservate in musei e collezioni private. La figura di Giovanni Antonio Santarelli rimane un punto di riferimento fondamentale per la comprensione dell'arte del tardo Settecento e dell'Ottocento in Italia, testimoniando l'importanza della tradizione dell'incisione di gemme e della ceroplastica nell'ambito delle arti decorative.