La Galleria Ponti compra opere e sculture dello scultore Tito Sarrocchi ( Siena 1824 - 1900 ). Forniamo informazioni su prezzi, valore attuale di mercato, quotazioni, valutazioni e stime delle sue sculture.
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Tito Sarrocchi fu uno scultore italiano di grande talento e riconoscimento, nato a Siena il 5 gennaio 1824 in una famiglia umile. La sua infanzia fu segnata da eventi difficili, tra cui la perdita della madre e la necessità di aiutare economicamente la famiglia, composta dal padre quasi cieco e due sorelle. Nonostante le avversità, Sarrocchi mostrò un precoce interesse per l'arte, iniziando a lavorare a soli tredici anni sotto la guida di Antonio Manetti nel restauro della facciata del Duomo di Siena. Questa esperienza iniziale gli permise di acquisire competenze fondamentali nel campo della scultura e del restauro. La sua carriera prese una svolta significativa nel 1841 quando si trasferì a Firenze, un centro nevralgico per l'arte e la cultura del tempo. Qui, Sarrocchi lavorò per un mercante di marmo e alabastro, Leopoldo Pisani, e frequentò i corsi serali dell'Accademia di Belle Arti, dove fu allievo del rinomato scultore Lorenzo Bartolini. Successivamente, divenne assistente capo di Giovanni Duprè, un altro scultore di grande importanza, che influenzò profondamente il suo stile e la sua tecnica. Nel 1852, Sarrocchi realizzò la sua prima opera indipendente, "La Baccante", che segnò l'inizio della sua carriera come scultore autonomo. Dopo questo successo, tornò a Siena, dove la sua abilità e il suo talento furono riconosciuti e apprezzati. Su raccomandazione di Duprè, nel 1855 fu incaricato di completare il monumento a Giuseppe Pianigiani in San Domenico, iniziato da Enea Becheroni. Sarrocchi lavorò a stretto contatto con Giuseppe Partini per dieci anni nella riproduzione delle sculture del primo Quattrocento alla Fonte Gaia di Jacopo della Quercia, inaugurata nel 1869. Le opere originali, danneggiate dal tempo, furono trasferite al museo ospedaliero Santa Maria della Scala. Il suo lavoro di restauro non si limitò a questo: operò anche sulle sculture di Giovanni Pisano a Pisa e sulla facciata della Basilica di Santa Croce a Firenze. Nel 1880, completò il monumento pubblico a Sallustio Bandini, situato in Piazza Salimbeni a Siena. Sarrocchi realizzò numerose tombe monumentali, tra cui "Il Genio della Morte" per Venturi Gallerini e "Tobia seppellisce un uomo morto" per la famiglia Pozzesi. Le sue opere furono riconosciute anche a livello internazionale, come dimostra la medaglia d'oro vinta a Parigi per la sua opera "La Prima Preghiera". Sarrocchi fu anche un insegnante influente, avendo tra i suoi allievi Cesare Maccari e Giuseppe Cassioli, quest'ultimo noto per aver disegnato le medaglie dei Giochi Olimpici. Fu nominato Ufficiale dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro e Cavaliere dell'Ordine della Corona d'Italia. Ricevette anche la Medaglia della Corona di Prussia da Guglielmo I di Germania. Oltre alla sua attività artistica, Sarrocchi si impegnò anche nella vita pubblica, entrando nel Consiglio comunale di Siena nel 1865 e venendo riconfermato nel 1880 e nel 1885. Questo impegno dimostra la sua volontà di contribuire attivamente alla vita civica della sua città natale. Nel 1894, Sarrocchi donò alla città di Siena circa duecento modelli in gesso delle sue opere, esposti nella Sala San Giuseppe di Santa Maria della Scala. Questo gesto testimonia il suo profondo legame con Siena e il desiderio di lasciare un'eredità duratura alla sua comunità. Tito Sarrocchi morì a Siena il 30 luglio 1900, lasciando un'impronta indelebile nel mondo dell'arte scultorea italiana. La sua vita e le sue opere continuano a essere studiate e ammirate, e la sua eredità vive attraverso le sue sculture e i suoi allievi, che hanno portato avanti la tradizione e l'eccellenza della scultura italiana.