La Galleria Ponti compra opere e sculture dello scultore Giuseppe Sartorio ( Boccioleto 1854 - Mar Tirreno 1922 ). Forniamo informazioni su prezzi, valore attuale di mercato, quotazioni, valutazioni e stime delle sue sculture.
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Giuseppe Sartorio, nato a Boccioleto Valsesia nella provincia di Vercelli nel 1854 e scomparso misteriosamente nel Mar Tirreno il 20 settembre 1922, è stato uno scultore italiano di grande talento e riconoscimento. La sua vita, segnata da un'umile origine familiare, si è trasformata grazie al talento e alla dedizione per l'arte della scultura, rendendolo uno dei nomi più influenti nel panorama artistico italiano tra la fine del XIX secolo e l'inizio del XX secolo. Sartorio fu inizialmente apprendista presso lo scultore incisore Giuseppe Antonini a Varallo Pombia, dove apprese le basi dell'arte scultorea. Successivamente, continuò i suoi studi presso l'Accademia Albertina di Torino sotto la guida di Odoardo Tabacchi, un maestro che influenzò profondamente il suo stile e la sua tecnica. Durante il suo periodo accademico, Sartorio si distinse per il suo talento, vincendo numerosi premi, tra cui il suo primo per un monumento funebre per la famiglia Onnis-Devoto nel Cimitero di Bonaria a Cagliari. Questo lavoro segnò l'inizio della sua prolifica carriera nella creazione di monumenti funebri in Sardegna, dove aprì due laboratori, uno a Cagliari e l'altro a Sassari. La sua arte non si limitò tuttavia ai monumenti funebri. Sartorio realizzò anche opere di grande importanza civile e religiosa, tra cui le statue dei Santi Pietro e Paolo per la chiesa di Cuglieri, il monumento ai Caduti delle Guerre d'Indipendenza a Cagliari, il Monumento a Vittorio Emanuele II a Sassari e le statue dei tre benefattori locali della chiesa parrocchiale di Ittireddu. Le sue opere si caratterizzavano per un realismo esasperato, che riusciva a catturare l'essenza emotiva e spirituale dei soggetti rappresentati, rendendo le sue sculture vivide testimonianze della vita e della morte. Nel 1897, Sartorio aprì uno studio a Roma, ma presto tornò in Piemonte, continuando a lavorare anche in Sardegna. Tra le sue opere più note, vi sono i 235 monumenti eretti nel Cimitero di Iglesias, di cui 65 firmati da lui e almeno altri cinque attribuiti al suo laboratorio. Questi includono il monumento a Zaira Deplano, una bambina di sei anni, e un Monumento a due sorelle, Luigina e Maddalena. La scomparsa di Sartorio nel 1922 durante un viaggio oceanico sul piroscafo "Tocra" da Terranova a Civitavecchia rimane uno dei misteri irrisolti della storia dell'arte italiana. Non fu mai ritrovato e il suo destino finale è sconosciuto. Nonostante la sua tragica fine, l'eredità artistica di Sartorio continua a vivere attraverso le sue opere, che rimangono testimonianze della sua maestria scultorea e della sua profonda comprensione della natura umana. Sartorio è stato soprannominato il "Michelangelo dei morti" per la sua incredibile capacità di evocare emozioni e storie attraverso il marmo, rendendo le sue sculture funebri opere di straordinaria bellezza e intensità emotiva. La sua arte, ricca di dettagli e di espressività, rifletteva un profondo impegno nei confronti della rappresentazione veristica dei suoi soggetti, spesso caratterizzati da una forte carica emotiva e da un realismo dettagliato. Oltre ai monumenti funebri, Sartorio realizzò busti in terracotta e stucco, tra cui "Indovina?" esposto a Milano nel 1881, e un gruppo marmoreo ritratto commissionato dalla signora Rosa Masarelli, esposto all'Esposizione di Belle Arti di Torino nel 1884. La sua opera "Giuseppe Garibaldi" è un esempio della sua abilità nel catturare l'essenza dei suoi soggetti, evidenziando la plasticità della materia e la potenza espressiva dei volti ritratti. La vita e l'opera di Giuseppe Sartorio rimangono un capitolo significativo nella storia dell'arte italiana, testimoniando il suo contributo indimenticabile al mondo della scultura.