La Galleria Ponti compra opere e sculture dello scultore Giovanni Scarfi ( Fano Superiore 1852 - Messina 1926 ). Forniamo informazioni su prezzi, valore attuale di mercato, quotazioni, valutazioni e stime delle sue sculture.
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Giovanni Scarfì, nato nel novembre del 1852 a Fano Superiore, vicino a Messina, nel Regno delle Due Sicilie, è stato uno degli scultori italiani più significativi del suo tempo. La sua vita e la sua carriera artistica si sono svolte in un periodo di grandi cambiamenti sociali e culturali, che hanno influenzato profondamente il suo lavoro e il suo stile. La formazione artistica di Scarfì iniziò presto, completando i suoi primi studi presso l'orfanotrofio di Messina, per poi proseguire alla locale scuola di arti e mestieri presso l'Istituto Cappellini. Grazie a una borsa di studio concessa dalla città di Messina, ebbe l'opportunità di recarsi a Roma per studiare sotto la guida di Giulio Monteverde e Girolamo Masini, nonché presso l'Accademia di San Luca e il Circolo Artistico. Questa esperienza romana fu fondamentale per la sua formazione, permettendogli di immergersi in un ambiente artistico ricco e stimolante, dove poté affinare le sue tecniche scultoree e sviluppare un proprio stile personale. Durante la sua carriera, Scarfì si dedicò principalmente alla realizzazione di monumenti funerari, molti dei quali sono ancora oggi visibili nel Camposanto di Messina. Tra le sue opere più note vi sono la statua in marmo dell'avvocato Francesco Sasia, diverse statue raffiguranti angeli in preghiera o in volo, nonché monumenti dedicati a noti cittadini e benefattori della città. Oltre a queste, realizzò anche busti in marmo e bronzo di personaggi illustri e mezzibusti rappresentanti gli apostoli, dimostrando una notevole versatilità e maestria nel trattamento dei materiali. Il suo talento fu riconosciuto e premiato in diverse occasioni. Scarfì vinse il primo premio alle Esposizioni di Messina e fu nominato membro della Commissione di Antichità e Belle Arti. Ricevette inoltre il titolo di socio onorario dell'Accademia Pesoritana e fu professore di plastica presso la Società Operaia. Nonostante il successo, la vita di Scarfì non fu priva di difficoltà. La sua natura riservata e il suo rifiuto di partecipare agli intrighi politici e sociali dell'epoca lo posero spesso in una posizione di marginalità nel contesto artistico messinese. Tuttavia, la sua dedizione all'arte e la sua integrità morale gli valsero il rispetto e l'ammirazione di molti. Giovanni Scarfì fu anche un maestro per altri artisti, tra cui il suo nipote Egidio De Fichy, che seguì le sue orme diventando a sua volta un noto scultore. La relazione tra i due artisti è emblematica del legame tra generazioni e della continuità delle tradizioni artistiche nella città di Messina. La vasta produzione di Scarfì, che spazia dal 1876 al 1926, anno della sua morte, mantiene moduli stilistici legati alla tradizione figurativa ottocentesca, pur rivelando una costante ricerca di innovazione e di espressione personale. Le sue opere, caratterizzate da un forte realismo e da una profonda sensibilità umana, continuano a essere apprezzate per la loro bellezza e per il loro valore storico e culturale. Giovanni Scarfì lasciò un'impronta indelebile nella storia dell'arte messinese e italiana, non solo attraverso le sue opere ma anche attraverso il suo impegno per la formazione delle nuove generazioni di artisti. La sua eredità continua a vivere, testimoniando la vitalità e la ricchezza della cultura artistica siciliana tra Ottocento e Novecento.