La Galleria Ponti compra opere e sculture dello scultore Luigi Secchi ( Cremona 1853 - Miazzina di Novara 1921 ). Forniamo informazioni su prezzi, valore attuale di mercato, quotazioni, valutazioni e stime delle sue sculture.
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Luigi Secchi, nato a Cremona il 25 maggio 1853 e deceduto a Miazzina nel 1921, è stato uno scultore italiano che ha lasciato un'impronta significativa nel panorama artistico tra la fine del XIX secolo e l'inizio del XX secolo. La sua formazione artistica iniziò presso l'Accademia di Brera a Milano, dove fu allievo di Pietro Magni (1816-1877) e successivamente di Francesco Barzaghi (1839-1892). Questi maestri lo introdussero a un delicato purismo che si orientava verso una temperata sensibilità verista, caratteristiche che divennero distintive nelle sue opere. Già durante gli anni di studio a Brera, Secchi dimostrò il suo talento ottenendo il Pensionato Oggioni con le sculture "In riposo" e "Il suonatore di ocarina", che furono esposte nel 1882 alla Promotrice di Genova. Queste opere, insieme a "Ninetta" e "Monello" presentate nel 1885, evidenziavano la sua capacità di allontanarsi dal motivo celebrativo e dal tono ridondante tipico della scultura ufficiale dell'epoca, preferendo invece una rappresentazione più intima e personale dei soggetti. La collaborazione con l'architetto Luca Beltrami (1854-1933) fu un aspetto fondamentale della carriera di Secchi, offrendogli l'opportunità di lavorare a diversi monumenti pubblici e progetti architettonici, tra cui lo scalone di Palazzo Marino a Milano. Questo sodalizio professionale e personale permise a Secchi di esprimere pienamente la sua arte in contesti monumentali, realizzando opere come il monumento a Giuseppe Parini in piazza Cordusio e il monumento a Giuseppe Verdi nella città di Busseto. Secchi partecipò attivamente alle esposizioni artistiche del suo tempo, presentando le sue opere alla Biennale di Venezia del 1903 e del 1910, e alla mostra della Federazione Artistica Lombarda del 1919. Tra le sue sculture più note vi sono "Sogni candidi", "Ocarina", "Desolazione" e uno "Studio di nudo", che riflettono la sua continua ricerca di un equilibrio tra realismo e idealizzazione. Oltre alla scultura, Luigi Secchi si distinse anche come medaglista, collaborando con la Zecca di Milano. Questa attività gli permise di esplorare ulteriori aspetti dell'arte figurativa, confermando la sua versatilità come artista. Dopo una vita dedicata all'arte, Luigi Secchi si ritirò a Miazzina, dove morì nel 1921. La sua eredità artistica è conservata in diverse collezioni pubbliche e private, tra cui la Galleria d'Arte Moderna di Milano, che ospita alcune delle sue opere più significative. La sua capacità di fondere sensibilità verista con un delicato purismo lo rende una figura di spicco nella scultura italiana di fine Ottocento e inizio Novecento, apprezzato tanto per le sue sculture monumentali quanto per le opere di dimensioni più contenute, che rivelano una profonda comprensione della natura umana e una maestria tecnica senza tempo.