La Galleria Ponti compra opere e sculture dello scultore Francesco Somaini ( Maroggia 1795 - Milano 1855 ). Forniamo informazioni su prezzi, valore attuale di mercato, quotazioni, valutazioni e stime delle sue sculture.
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Francesco Somaini è stato uno scultore italiano di grande rilievo nel panorama artistico del XX secolo, noto per il suo contributo significativo al movimento dell'arte Informel e per la sua ricerca scultorea incentrata sul concetto di frammento. Nato il 6 agosto 1926 a Lomazzo, vicino Como, Somaini ha manifestato fin da giovane un forte interesse per l'arte, tanto che già all'età di dieci anni, dopo essersi trasferito con la famiglia a Como, decise di dedicarsi alla scultura, sostenuto dal nonno che lo portò a visitare il museo Vela dove rimase affascinato da una testa di angioletto scolpita su una piccola acquasantiera. La sua formazione artistica iniziò all'Accademia di Belle Arti di Brera, dove frequentò i corsi tenuti dallo scultore Giacomo Manzù. Nel 1948, Somaini fece il suo esordio nazionale alla Quadriennale di Roma con un grande bassorilievo e l'anno successivo si laureò in legge all'Università di Pavia. Tuttavia, la sua passione per l'arte lo portò a dedicarsi completamente alla scultura, partecipando per la prima volta alla Biennale di Venezia nel 1950. Negli anni '50, Somaini iniziò a riflettere profondamente sulla scultura contemporanea, orientandosi verso l'astrattismo e avviando una collaborazione con architetti sotto l'egida della "sintesi delle arti". Lavorò con Ico Parisi per la Villa Bini a Monte Olimpino e per il Padiglione di soggiorno in occasione della 10ª Triennale di Milano, esperienza che gli valse la medaglia d'oro. Iniziò inoltre una fruttuosa collaborazione con Luigi Caccia Dominioni, a partire dalla ristrutturazione della sua casa a Lomazzo. Nel 1954, Somaini partecipò alla Biennale di Venezia con l'opera "Grande Guerriero" in conglomerato ferrico, un materiale di sua invenzione, e nello stesso anno pubblicò la sua prima monografia firmata da Léon Degand e Mario Radice. La sua ricerca estetica si allontanò dall'astrattismo cubista per concentrarsi sulla sperimentazione di materie e tecniche che comunicassero messaggi di forte carica esistenzialista. Nel 1957, tenne una mostra personale alla Galleria La Salita a Roma, presentato da Enrico Crispolti, e fu tra gli organizzatori della mostra "Scultura Italiana del XX secolo". Negli anni '60, Somaini tenne la sua prima mostra personale a New York e partecipò con una sala personale alla XXX Biennale di Venezia, dove Giulio Carlo Argan lo definì "scultore del frammento". La sua opera si caratterizzava per l'uso di forme organiche in relazione dialettica con volumi geometrici architettonici, una ricerca visionaria che culminò nel ciclo delle "Carnificazioni di un'architettura". A partire dagli anni '80, Somaini tornò a realizzare opere di grande scala in Italia e Giappone, affrontando la dialettica del segno con forme positive/negative, come nella "Porta d'Europa" a Como nel 1995. Le sue opere monumentali, spesso inserite in contesti urbani, diventarono simboli di ammonimento e riflessione su temi come la guerra e l'imperialismo. Somaini ha lasciato un'eredità artistica notevole, con opere presenti in musei e spazi pubblici in tutto il mondo. La sua attività non si limitò alla scultura, ma comprendeva anche disegni, pitture e fotomontaggi. Negli ultimi anni della sua vita, si dedicò anche a una serie di opere su carta che riprendevano in chiave fantastica miti e leggende. Francesco Somaini è scomparso il 19 novembre 2005 a Como. Due anni dopo la sua morte, la Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea di Roma gli ha dedicato la prima retrospettiva postuma, focalizzata sul periodo informale 1957-1964. La sua opera continua a essere esposta e studiata, testimoniando il suo ruolo di pioniere e innovatore nell'arte scultorea del XX secolo.