La Galleria Ponti compra opere e sculture dello scultore Gigi Supino ( Genova 1894 - ? ). Forniamo informazioni su prezzi, valore attuale di mercato, quotazioni, valutazioni e stime delle sue sculture.
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Gigi Supino, scultore italiano del primo Novecento, è una figura che si inserisce nel panorama artistico italiano come rappresentante di un'epoca di transizione, in cui l'arte si confrontava con le nuove correnti del modernismo e dell'Art Déco. Nato a Genova, Supino si affermò a livello nazionale grazie al suo talento e alla sua capacità di interpretare lo spirito del suo tempo attraverso le sue opere. La sua formazione artistica iniziò probabilmente nella sua città natale, dove le prime influenze furono quelle dell'ambiente culturale ligure, ricco di fermenti e scambi con altre realtà artistiche italiane ed europee. Nonostante la mancanza di dettagli specifici sulla sua formazione giovanile, è possibile ipotizzare che Supino abbia avuto modo di studiare e lavorare con maestri locali, apprendendo le tecniche della scultura tradizionale, ma anche esponendosi alle nuove tendenze dell'arte contemporanea. La sua carriera prese una svolta significativa quando Supino si trasferì a Milano, un centro nevralgico per l'arte e la cultura in Italia. Qui entrò in contatto con altri artisti e scultori, come Vincenzo Gasperetti, e iniziò a collaborare con loro. Questo periodo milanese fu cruciale per la sua crescita artistica, permettendogli di immergersi in un ambiente stimolante e di confrontarsi con le avanguardie artistiche del tempo. Supino si distinse per la sua capacità di fondere la tradizione scultorea con le nuove espressioni dell'Art Déco, uno stile che stava guadagnando popolarità in Europa e negli Stati Uniti negli anni '20 e '30. L'Art Déco, caratterizzato da linee pulite, forme geometriche e un senso di eleganza e modernità, influenzò profondamente il lavoro di Supino, che seppe interpretare questi elementi con una sensibilità tutta italiana. Tra le sue opere più note, si ricorda il trittico realizzato nel 1935 per Angelo Campiglio e sua moglie Gigina Necchi, destinato alla loro casa di Milano, oggi un museo. Quest'opera rappresenta un esempio emblematico del suo stile, in cui la rappresentazione del mondo animale e la figura umana si fondono in un insieme armonioso e stilizzato, tipico dell'Art Déco. Supino fu anche incaricato di realizzare importanti commissioni pubbliche, come i busti in marmo e bronzo dei presidenti della compagnia di assicurazioni Generali. Queste opere, oltre a dimostrare la sua abilità tecnica, riflettono il ruolo dell'arte nella celebrazione di figure di spicco della società del tempo. Nonostante la sua notorietà come scultore, Supino non si limitò alla sola scultura. Collaborò con altri artisti di rilievo, come Gio Ponti, con cui realizzò il "Busto femminile con scialle" nel 1923, un'opera che testimonia la capacità di Supino di lavorare in sinergia con altri creativi per produrre pezzi di grande impatto visivo e stilistico. Durante la Seconda Guerra Mondiale, Supino visse un periodo difficile. In quanto parte della comunità ebraica, fu costretto a nascondersi per sfuggire alle persecuzioni razziali del regime fascista. Trovò rifugio a Rovello Porro, insieme a sua madre, sotto il falso nome di Zuppi, grazie all'aiuto dell'ingegnere Alessandro Porro, che lo ospitò nella sua casa e gli fornì documenti falsi. Dopo la guerra, Supino continuò a lavorare e a esporre le sue opere, partecipando a mostre e ricevendo riconoscimenti per il suo contributo all'arte italiana. Le sue sculture sono oggi presenti in collezioni private e pubbliche, e il suo nome è associato a quello di altri grandi artisti che hanno contribuito a definire il gusto e lo stile del primo Novecento in Italia. La vita e l'opera di Gigi Supino sono un esempio di come l'arte possa riflettere e influenzare il contesto storico e culturale in cui si sviluppa. La sua capacità di adattarsi e di reinventarsi, pur rimanendo fedele alla sua visione artistica, lo rende una figura di spicco nella storia dell'arte italiana del XX secolo.