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Achille Tamburlini, nato a Trieste nel 1873, è stato uno scultore, pittore e decoratore italiano che ha lasciato un'impronta significativa nel panorama artistico tra la fine dell'Ottocento e la prima metà del Novecento. La sua formazione artistica iniziò all'Accademia di Brera, per poi completarsi all'Accademia di Monaco, due istituzioni che gli fornirono una solida base classica e gli permisero di sviluppare uno stile personale che mescolava influenze classiche e moderne. Tamburlini lavorò prevalentemente a Venezia, città che divenne il fulcro della sua attività artistica e dove partecipò alla V Biennale insieme al socio Raffaele Carbonaro. In questo periodo, i due diedero vita a una fabbrica di ceramiche, testimoniando l'interesse di Tamburlini per le arti applicate e la sua capacità di esplorare diversi materiali e tecniche. Il successo dell'attività artistica e decorativa gli valse l'incarico di fondare la scuola di oreficeria all'interno della Scuola Superiore d'arte applicata di Venezia, un riconoscimento del suo talento e della sua influenza nel campo dell'arte e dell'artigianato. Tra le opere più significative di Tamburlini vi sono numerose sculture con soggetti patriottici, commissionate anche da Gabriele D'Annunzio, che lo nominò suo personale "scultore di guerra". Questo titolo non era solo un riconoscimento del suo talento, ma anche della sua capacità di interpretare e rappresentare gli ideali e le aspirazioni del suo tempo. Tra le sue opere più note, il monumento a Francesco Querini, scomparso nella spedizione al Polo Nord del Duca degli Abruzzi, esposto ai Giardini comunali di Venezia, è un esempio emblematico del suo stile e della sua abilità nel catturare l'eroismo e il sacrificio. Durante gli anni della Prima Guerra Mondiale e fino al 1925, anno in cui si trasferì definitivamente a Roma, Tamburlini visse a Genova. In questo periodo, la sua attività artistica si concentrò soprattutto su opere di sculture e per edifici pubblici e su commissione di privati. Tra queste, spicca un tripode votivo, omaggio agli studenti caduti in guerra, che adorna la scalinata centrale dell'Università, dimostrando ancora una volta la sua capacità di coniugare arte e memoria storica. Giunto a Roma, Tamburlini si dedicò all'arte sacra, un campo che gli permise di esplorare temi spirituali e religiosi attraverso la sua arte. La sua collaborazione con l'Istituto di Studi Romani, iniziata nel 1941, fu particolarmente fruttuosa. Per l'Istituto realizzò disegni delle vedute esterne dell'ex Convento dei Ss. Bonifacio e Alessio e continuò a collaborare disegnando Roma e i suoi monumenti fino alla sua scomparsa nel 1958. Questa fase della sua carriera evidenzia la versatilità di Tamburlini e la sua capacità di adattarsi a diversi generi e temi artistici. Nel 1973, alcune delle sue opere (141 disegni) furono donate dalla moglie, Elisa Mannucci Tamburlini, al Gabinetto Fotografico Nazionale con sede a Roma, un gesto che ha permesso di preservare e valorizzare il suo contributo artistico. Presso l'Archivio iconografico dell'Istituto Nazionale di Studi Romani sono custodite 167 tavole realizzate per le pubblicazioni dell'Istituto, testimonianza della sua prolificità e del suo impegno nel campo dell'arte e della cultura. Achille Tamburlini è stato un artista poliedrico, capace di esprimersi attraverso diverse forme e materiali, dalla scultura alla pittura, dalla ceramica all'oreficeria. La sua opera, che spazia dai soggetti patriottici all'arte sacra, riflette le tensioni e le aspirazioni di un'epoca di grandi cambiamenti, testimoniando il suo impegno non solo come artista ma anche come interprete sensibile del suo tempo. La sua scomparsa nel 1958 ha lasciato un vuoto nel panorama artistico italiano, ma il suo lascito continua a essere apprezzato e studiato per la sua unicità e la sua capacità di fondere tradizione e innovazione.