La Galleria Ponti compra opere e sculture dello scultore Salvatore Valenti ( Palermo 1835 - 1903 ). Forniamo informazioni su prezzi, valore attuale di mercato, quotazioni, valutazioni e stime delle sue sculture.
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Salvatore Valenti, nato a Palermo nel 1835 e deceduto nella stessa città nel 1903, è stato uno scultore e intagliatore di legno di rilevanza storica, la cui opera ha contribuito significativamente all'arricchimento del patrimonio artistico e culturale di Palermo e della Sicilia in generale. La sua vita e la sua carriera artistica si intrecciano strettamente con la storia e l'evoluzione dell'arte siciliana dell'epoca, rendendo la sua figura emblematica per lo studio dell'arte scultorea del XIX secolo in Italia. Valenti iniziò il suo percorso artistico nella bottega del padre, Giuseppe Valenti, anch'egli scultore e intagliatore di legno, dove apprese le tecniche fondamentali dell'intaglio e della scultura. Questo apprendistato precoce gli permise di sviluppare una profonda conoscenza dei materiali e una raffinata padronanza delle tecniche scultoree, che avrebbero caratterizzato tutta la sua produzione artistica. Affiancò al lavoro sul legno la scultura in marmo, dimostrando una versatilità che gli consentì di esprimersi attraverso diversi materiali con la stessa maestria. Nel corso della sua carriera, Valenti collaborò con importanti architetti e artisti dell'epoca, tra cui i Basile, con i quali partecipò alla realizzazione del padiglione italiano all'Esposizione di Parigi del 1878. Questa collaborazione testimonia l'importanza di Valenti nel contesto artistico dell'epoca e la sua capacità di inserirsi in progetti di grande rilevanza culturale e artistica. Tra le opere più note di Valenti, si ricorda il palchetto della musica di piazza Castelnuovo a Palermo, inaugurato nel 1875, che ancora oggi rappresenta uno dei simboli della città. Questa opera, oltre a dimostrare le sue competenze tecniche, evidenzia la capacità di Valenti di integrare la sua arte nel tessuto urbano, contribuendo alla creazione di spazi pubblici di grande valore estetico e sociale. Valenti realizzò anche numerosi monumenti funerari e decorazioni per chiese, tra cui i decori marmorei dell'altare di S. Ignazio a Casa Professa e la nuova edicola dell'altare della cappella dell'Immacolata a S. Francesco d'Assisi, opere che testimoniano la sua abilità nel lavorare il marmo e il suo contributo all'arte sacra siciliana. Oltre alla scultura, Valenti si dedicò all'intaglio del legno, realizzando opere di grande pregio per edifici privati e pubblici, come il soffitto ligneo del palazzo Alù e una serie di mobili impero per palazzo Mirto, dimostrando una notevole abilità nell'arte dell'intaglio e una profonda conoscenza degli stili. Nel 1868, Valenti fondò a Palermo la Scuola Municipale, un'istituzione che testimonia il suo impegno nel campo dell'educazione artistica e la sua volontà di trasmettere le sue conoscenze alle nuove generazioni. Nel 1886, ebbe l'incarico di organizzare l'appena inaugurato Real Istituto di belle arti, confermando il suo ruolo di primo piano nel panorama artistico e culturale siciliano. Valenti ebbe un figlio, Giuseppe, anch'egli scultore, con il quale condivise non solo il legame familiare ma anche la passione per l'arte. La continuità artistica tra padre e figlio testimonia l'importanza della tradizione e del trasferimento di conoscenze e competenze all'interno della famiglia Valenti. La vita e l'opera di Salvatore Valenti si inseriscono in un contesto storico e culturale di grande fermento, in cui l'arte siciliana del XIX secolo viveva una fase di rinnovamento e di dialogo con le correnti artistiche europee. La sua figura di scultore e intagliatore rappresenta un importante tassello nella comprensione dell'evoluzione dell'arte in Sicilia e in Italia, e il suo lascito continua a essere fonte di ispirazione e di studio per gli appassionati d'arte e per i ricercatori.