La Galleria Ponti compra opere e sculture dello scultore Vincenzo Vela ( Ligornetto 1820 - 1891 ). Forniamo informazioni su prezzi, valore attuale di mercato, quotazioni, valutazioni e stime delle sue sculture.
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Vincenzo Vela, nato il 3 maggio 1820 a Ligornetto, nel Canton Ticino, e deceduto il 3 ottobre 1891 a Mendrisio, è stato uno dei più significativi scultori del XIX secolo, la cui vita e opera si intrecciano strettamente con gli eventi storici e culturali dell'epoca del Risorgimento italiano. Figlio di Giuseppe Vela e Teresa Casanova, Vincenzo crebbe in una famiglia di umili origini, il che non gli impedì di emergere come uno dei massimi esponenti della scultura naturalista e di diventare un fervente sostenitore degli ideali risorgimentali. La sua formazione artistica iniziò in giovane età, quando, ancora bambino, fu avviato al mestiere di scalpellino. La sua precoce abilità nel lavorare la pietra attirò l'attenzione del fratello maggiore, Lorenzo, già affermato scultore d'ornato, che lo portò con sé a Milano. Qui, Vincenzo proseguì l'apprendistato presso il cantiere del Duomo e si iscrisse all'Accademia di Brera nel 1835, dove si distinse per il suo talento nelle varie discipline e concorsi, completando la sua formazione sotto la guida dello scultore Benedetto Cacciatori. La sua carriera artistica prese una svolta decisiva nel 1842, quando vinse il grande concorso di scultura dell'Accademia di Venezia. Questo successo fu seguito da una serie di commissioni pubbliche e private che gli valsero il plauso del pubblico e della critica progressista per l'inedito naturalismo e l'adesione al reale delle sue opere, come il "Monumento al vescovo Giuseppe Maria Luvini" (1845) e "La preghiera del mattino" (1846). Di spirito liberale e repubblicano, Vela partecipò attivamente agli eventi politici del suo tempo. Nel 1847 si unì come volontario alla guerra del Sonderbund e l'anno successivo prese parte alla campagna di Lombardia contro l'Austria. Questo impegno politico lo portò a essere imprigionato e successivamente esiliato in Svizzera, dove continuò a lavorare su commissioni che riflettevano i suoi ideali patriottici, come la statua di William Tell per Lugano. Nel 1852, Vela accettò una cattedra all'Accademia Albertina di Torino, dove realizzò alcune delle sue opere più significative, tra cui il "Monumento a Cesare Balbo" e le statue di "Maria Teresa e Maria Adelaide di Savoia". La sua opera "Spartaco" (1851) divenne un simbolo degli ideali risorgimentali e lo consacrò come capofila della scuola naturalista. Nel 1867, dopo aver ottenuto riconoscimenti internazionali, tra cui all'Esposizione Universale di Parigi, Vela si ritirò nella villa che aveva fatto costruire a Ligornetto, trasformandola in residenza, studio e museo privato. Negli anni successivi, continuò a lavorare su commissioni private, soprattutto nel campo della scultura funeraria, e realizzò opere di grande impatto sociale come le "Vittime del lavoro" (1882-83). Oltre alla sua attività artistica, Vela fu attivo nella vita politica cantonale come deputato radicale al Gran Consiglio ticinese e membro della commissione cantonale della pubblica istruzione, impegnandosi a favore dell'educazione pubblica e delle classi disagiate. Alla sua morte, il figlio Spartaco, seguendo le volontà del padre, legò alla Confederazione svizzera la villa di Ligornetto con l'intero lascito artistico, che oggi costituisce il Museo Vincenzo Vela, inaugurato nel 1898. Questo museo, oltre a conservare numerose opere di Vincenzo, ospita anche sculture del fratello Lorenzo e opere del figlio Spartaco, offrendo una testimonianza unica dell'eredità artistica e culturale della famiglia Vela. La figura di Vincenzo Vela rimane emblematica non solo per il suo contributo alla scultura del XIX secolo, ma anche per il suo impegno civile e politico, che lo ha reso un protagonista della storia culturale e sociale del suo tempo.