La Galleria Ponti compra opere e sculture dello scultore Farpi Vignoli ( Bologna 1907 - 1997 ). Forniamo informazioni su prezzi, valore attuale di mercato, quotazioni, valutazioni e stime delle sue sculture.
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Farpi Vignoli, nato a Bologna il 21 agosto del 1907 e deceduto nella stessa città a novembre del 1997, è stato uno degli scultori italiani più significativi del XX secolo. La sua vita e la sua opera si intrecciano strettamente con la storia e l'evoluzione della scultura italiana, attraversando momenti di grande fermento artistico e culturale. Vignoli trascorse l'infanzia e la prima adolescenza vicino all'ippodromo dell’Arcoveggio, dove trovò l'ispirazione per alcune delle sue prime opere, come "Il guidatore di sulki". Nel 1920, venne ammesso al Collegio Venturoli di Bologna, dove studiò pittura, scultura e architettura sotto la guida dello scultore Enrico Barberi. Durante questo periodo, fece amicizia con Paolo Manaresi e Luciano Minguzzi, consolidando legami che influenzerebbero la sua carriera artistica. La formazione di Vignoli proseguì all'Accademia di Belle Arti di Bologna, dove fu allievo di Ercole Drei, un maestro che lo coinvolse nella realizzazione delle allegorie del Monumento ai Martiri del Fascismo per la Certosa di Bologna. Questa esperienza segnò l'inizio del suo impegno nella scultura monumentale e funeraria, ambiti nei quali avrebbe lasciato un segno indelebile. L'esordio scultoreo di Vignoli avvenne alla Quadriennale di Roma del 1935, dove presentò "Il Guidatore di Sulky", una scultura che gli garantì un immediato successo di critica e di pubblico. Quest'opera, inizialmente realizzata in terracotta e successivamente tradotta in bronzo, rappresentava un atleta in una posizione distesa, un tema che rifletteva l'interesse dell'epoca per l'esaltazione corporea, pur mantenendo una certa distanza dalla retorica celebrativa del regime fascista. Durante gli anni Trenta, Vignoli si dedicò principalmente alla realizzazione di monumenti funerari e a piccoli gruppi sacri, come il gruppo dedicato a San Francesco e il lupo a Gubbio. Tuttavia, le sue opere più importanti risalgono a questo periodo, caratterizzato da una grande creatività e ispirazione. Con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, Vignoli si distaccò dal regime fascista per partecipare alla resistenza, entrando a far parte del Gruppo clandestino di intellettuali "Antonio Labriola". Questa scelta segnò una svolta nella sua vita e nella sua arte, portandolo a interrompere temporaneamente l'attività scultorea. Nel dopoguerra, Vignoli attraversò un periodo di crisi che lo portò a dedicarsi alla pittura ad acquerello, sua tecnica preferita, innovando sorprendentemente i suoi principi cromatici e materici. Tuttavia, negli anni Cinquanta, ritornò alla scultura con opere come la tomba Frassetto nella Certosa di Bologna e il Monumento di bronzo ai Bersaglieri caduti nella battaglia sul Don in Russia. Negli ultimi anni della sua carriera, tra il 1980 e il 1990, Vignoli tornò a occuparsi di soggetti sportivi, realizzando sculture in bronzo dedicate a figure come Giacomo Agostini e Björn Borg. Queste opere testimoniano la continua evoluzione del suo stile e la sua capacità di rinnovarsi, mantenendo sempre un legame profondo con la tradizione scultorea italiana. Farpi Vignoli morì nel 1997, a novant'anni, nella sua villa al Poggio, vicino Bologna, lasciando un'eredità artistica di grande valore. La sua opera è stata riconosciuta e celebrata non solo in Italia, ma anche a livello internazionale, come dimostra la medaglia d'oro per la scultura vinta alle Olimpiadi del 1936 per "Il Guidatore di Sulky". La città di Bologna ha intitolato un giardino pubblico al suo nome, riconoscendo il suo contributo all'arte e alla cultura della città.