La Galleria Ponti compra opere e sculture dello scultore Dario Viterbo ( Florence 1890 - New York 1961 ). Forniamo informazioni su prezzi, valore attuale di mercato, quotazioni, valutazioni e stime delle sue sculture.
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Dario Viterbo fu un artista poliedrico italiano, nato a Firenze il 25 gennaio 1890, in una famiglia ebraica di rilievo culturale e sociale. Suo padre, Umberto, era attivo nel settore immobiliare, mentre sua madre, Matilde Levi, era una pittrice e copista di galleria. Dario crebbe in un ambiente familiare che valorizzava l'arte e la cultura, ma nonostante ciò, mantenne un atteggiamento distaccato rispetto alla propria cultura familiare e alla religione ebraica. Fin da giovane, Viterbo mostrò un talento artistico eccezionale, tanto che a soli quattordici anni rivelò una predisposizione per le arti figurative. Nonostante le aspettative del padre di vederlo intraprendere una carriera nel mondo degli affari, Dario seguì la sua passione per l'arte. Dopo aver conseguito la maturità classica al liceo Michelangiolo di Firenze, si iscrisse al Regio Istituto di Belle Arti della città, dove completò gli studi in soli due anni, ottenendo il diploma del corso speciale di figura già nel 1912. La sua formazione artistica fu influenzata da maestri come Augusto Rivalta e, successivamente, da Leonardo Bistolfi, che lo indirizzarono verso una semplificazione delle superfici di gusto novecentista. Viterbo si distinse per la sua abilità nella scultura, ma anche come orafo, cesellatore e incisore. La sua produzione artistica comprendeva sculture, bassorilievi, disegni, litografie, stampe a cesello e gioielli, dimostrando una versatilità e una maestria tecnica notevoli. Durante la sua carriera, Viterbo partecipò a numerose mostre, sia in Italia che all'estero, e ricevette riconoscimenti e premi per il suo lavoro. Tra i suoi successi, si annoverano una personale alla galleria Bernheim-Jeune di Parigi nel 1928, con una prefazione in catalogo scritta dall'eminente critico Paul Fierens, e la partecipazione a mostre collettive a Parigi, dove continuò ad approfondire alcuni temi di ricerca. Oltre alla scultura, Viterbo si dedicò anche alla realizzazione di gioielli e alla grafica, esplorando la tecnica del cesello e sperimentando nuove forme espressive. Il suo lavoro nel campo dell'oreficeria fu particolarmente apprezzato per la capacità di mantenere un approccio scultoreo anche nella creazione di gioielli. Nel corso della sua vita, Viterbo visse e lavorò tra Firenze, Parigi e New York, città che influenzarono profondamente il suo stile e la sua produzione artistica. A New York, dove si trasferì negli ultimi anni della sua vita, continuò a lavorare e a esporre le sue opere, ricevendo l'attenzione e il plauso della critica e del pubblico americano. Dario Viterbo morì a New York l'11 novembre 1961. Il suo funerale fu celebrato nella Riverside Memorial Chapel della città e, successivamente, la salma fu inviata in Italia per la tumulazione nel cimitero ebraico di Caciolle di Firenze. La vedova, Ada Vera Bernstein, decise di trasferire tutti gli oggetti dell'artista in Europa per continuare la promozione della sua opera. Dopo la sua morte, il lavoro di Viterbo continuò a essere oggetto di studio e di esposizioni, come dimostrano le mostre retrospettive e le pubblicazioni dedicate alla sua arte. Il suo contributo all'arte del Novecento è stato riconosciuto e apprezzato sia in Italia che all'estero, e le sue opere sono conservate in importanti collezioni pubbliche e private. La figura di Dario Viterbo rimane un esempio di artista completo, capace di esprimersi attraverso diverse tecniche e materiali, e di lasciare un'impronta significativa nel panorama artistico del suo tempo. La sua ricerca stilistica e tecnica, il suo impegno nel campo dell'oreficeria e della grafica, e la sua capacità di interpretare in profondità lo spirito e le premesse degli Arts Déco, lo rendono una figura di spicco nella storia dell'arte italiana del XX secolo.